Site icon 2duerighe

Il barone rampante e la rivoluzione

Torna al Piccolo Teatro di Milano dal 27 settembre all’8 ottobre 2023, Il barone rampante di Italo Calvino, per la regia di Riccardo Frati. La produzione del Piccolo Teatro che la scorsa stagione ha fatto il tutto esaurito, sta ripetendo lo stesso successo proprio alla vigilia del centenario della nascita del suo autore (15 ottobre 1923).

Come l’anno scorso il Piccolo legato da un dialogo profondo con la città, ripropone gli appuntamenti di oltre la Scena. Sono incontri gratuiti, tra la cittadinanza ed invitati particolari, importanti perché capaci di stimolare la riflessione sullo spettacolo, svelandone alcuni codici.

Il Barone rampante è infatti una scatola magica densa di significati, sapientemente costruita dalla regia di Frati rispettando quasi integralmente il testo.

La storia, ambientata in un paese ligure inventato, è quella di un ragazzo dodicenne, Cosimo, che in un giorno situato cronologicamente vicino alla rivoluzione francese durante un pranzo di famiglia, fà la sua rivoluzione. Disubbidisce infatti al padre, il Barone Piovasco di Rondò, che gli impone di mangiare un piatto di lumache. E decide, da quel giorno, di vivere solo sugli alberi. A nulla varranno i tentativi di famigliari e abitanti di farlo scendere.

La narrazione fatta principalmente da Biagio fratello di Cosimo, affascina bambini ed adolescenti. Per la trama curiosa ma anche per lo stupore e la meraviglia che regala sulla scena creata da Guia Buzzi che ha ideato leggere costruzioni sospese simili a ponti.

I bravissimi attori Matteo Cecchi, Leonardo De Colle, Mauro Avogadro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Diana Manea, Marina Occhionero, si muovono tra le luci rarefatte di Luigi Biondi con magnifici ed evocativi costumi d’epoca di Gianluca Sbicca, tra le musiche di Davide Fasulo e le divertenti animazioni di Davide Abbate. Come il cane bassotto raffigurato su un piccolo pannello di legno rettangolare con quattro ruote che si muove abbaiando per il palco o il catalogo illuminato delle piante su cui si arrampica Cosimo.

Anche i grandi si stupiranno. Non solo per la meraviglia quasi fanciullesca ormai rara, ma perché vi leggeranno codici infiniti sfuggiti forse durante la lettura giovanile.

Quella tavola da pranzo per esempio, che la regia sceglie di fare emergere dal palco per poi lasciare che lo stesso la inghiotta, diventa come un altare sacrificale, dove vengono sacrificate l’individualità del singolo e le sue illusioni.

É infatti a tavola, come ci racconta la voce narrante, che Cosimo e Biagio da poco ammessi alla mensa dei genitori, scoprono le guerre e le frizioni fra i genitori distratti e gli altri commensali. Guerre sottaciute, mascherate da ipocrisie e convenzioni. Quasi che, nonostante l’abbondanza di cibo, manchi quello essenziale: l’interesse, l’ascolto, l’accoglienza per il diverso.

Forse, verrebbe da pensare oggi grazie anche al contributo della psicoanalisi, è quella stessa assenza di cibo che causa nel nostro tempo, orfano del sogno della rivoluzione, disordini alimentari o violenza giovanile precoce.

Il testo ci parla di rivoluzione e forse potrebbe forse essere letto come il romanzo delle rivoluzioni o come tentativi di esse. L’abate per esempio, ne fa una sua piccola quando decide di capire in cosa davvero creda dopo aver passato una vita a credere nella fede. Per questo comincia a leggere testi proibiti e censurati dalla Chiesa. E per questo finirà in prigione. Anche lo zio Enea forse ne fà una a modo suo. Collabora di nascosto con i mori, affascinato com’è dalla loro cultura. E sarà ucciso dagli stessi.

Sono tutti personaggi che decidono di cambiare punto di osservazione per cambiare punto di vista.

Il più rivoluzionario e coerente è certamente Cosimo che, davanti a tutti, “per ben guardare la Terra”, si tiene alla distanza necessaria per tutta la sua vita. Ma se “l’essere spietatamente se stessi” diventa rivoluzione perché si trasforma in una disciplina morale più solida e coerente di quella contro cui si combatte, l’esserlo “fino alla fine”, senza “pietas” per se stessi, non porta forse all’isolamento, alla pazzia, al fallimento della rivoluzione stessa?

Il barone rampante

di Italo Calvino

adattamento e regia Riccardo Frati

scene Guia Buzzi, costumi Gianluca Sbicca

disegno luci Luigi Biondi, composizione musicale e sound design Davide Fasulo

animazioni Davide Abbate

con (in ordine alfabetico)

Mauro Avogadro, Nicola Bortolotti, Matteo Cecchi, Leonardo De Colle,

Michele Dell’Utri, Diana Manea, Marina Occhionero

produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

foto di scena Masiar Pasquali

Orari: dal martedì al sabato, ore 19.30; domenica, ore 16. Lunedì riposo.

Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro

Oltre La Scena | Calendario

Venerdì 29 settembre ore 18.00 – Chiostro Nina Vinchi

Psicoanalisi sugli alberi

con gli psicoanalisti Camilla Giraudi, Ivana Longo. Ronny Jaffé

in dialogo con Riccardo Frati

modera Anna Piletti

in collaborazione con Centro Milanese di Psicoanalisi “Cesare Musatti”

ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su www.piccoloteatro.org

Mercoledì 4 ottobre, ore 18 – Chiostro Nina Vinchi

Presa di parola

lntorno a Un malato di cuore di Fabrizio De André

con Alberto Cristofori, Franco Mussida e Riccardo Frati

modera Enrico Pitozzi

ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su www.piccoloteatro.org

Sabato 7 ottobre, ore 10.30 – Ritrovo in P.zza Gae Aulenti

Walk_Talk | Prospettive rampanti

con le attrici e gli attori della compagnia

in collaborazione con MilanoGuida

si ringrazia Regione Lombardia per l’ospitalità

ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su www.piccoloteatro.org

Domenica 8 ottobre, ore 14.00 – Teatro Paolo Grassi

Nuovi Pubblici | II barone rampante

in collaborazione con Al DI QUA Artists — Alternative Disability Quality Artists

per informazioni e prenotazioni promozione.pubblico@piccoloteatromilano.it

Piccolo Teatro Grassi (Via Rovello, 2 – M1 Cordusio)

Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – www.piccoloteatro.org

Exit mobile version