Davanti alla guerra il calcio è l’ultima delle preoccupazioni. E infatti appare impossibile che il campionato ucraino possa proseguire.
Classifica congelata?
Nei prossimi giorni potrebbe arrivare l’annuncio della fine della stagione 2021/22 per le squadre ucraine, con il congelamento della classifica prima dell’interruzione: lo Shakhtar Donetsk si laureerebbe campione per la quattordicesima volta nella sua storia, Dinamo Kiev e Dnipro sul podio. Prima della pausa erano state mandate agli archivi 18 partite di campionato su 30, con lo Shakhtar che comandava con due punti sulla Dinamo Kiev. Assegnare il titolo sarebbe l’unico modo per poter consentire alle squadre ucraine di qualificarsi per le competizioni europee del prossimo anno.
Lo Shakhtar Donetsk riprende l’attività
Intanto lo Shakhtar Donetsk, la compagine allenata da Roberto De Zerbi, riprende la sua attività agonistica. Lo fa dopo quarantaquattro giorni di bombe, paura e incertezza. Lo fa a Istanbul, dove il tecnico bresciano ritrova la sua squadra, che è riuscita a lasciare l’Ucraina con un permesso speciale per motivi umanitari. A dare ospitalità è la società İstanbul Başakşehir Futbol Kulübü.
La squadra che De Zerbi ha attualmente a disposizione è formata dai soli calciatori ucraini e dai giovani. Non sono presenti i brasiliani, che rappresentavano circa la metà della formazione: alcuni di loro hanno già trovato altra sistemazione (l’ala Teté al Lione, il terzino Vinicius Tobias al Real, alcuni in patria), sfruttando la possibilità loro concessa di svincolarsi, altri non se la sentono ancora di tornare in Europa.
E si è giocata anche la prima amichevole: ad Atene lo Shakhtar ha affrontato i greci dell’Olympiakos, nella prima gara del tour benefico per la pace organizzato per aiutare le vittime del conflitto Ucraina – Russia. La formazione ucraina è riuscita ad avere la meglio sugli avversari per 1-0, ma il risultato non è la cosa più importante: sono andate in scena tante iniziative importanti, come l’emozionante ricordo dei bambini morti sotto le bombe e l’omaggio alle città simbolo della resistenza ucraina.
Il ritorno all’attività può essere considerato una vera e propria conquista. Sergei Palkin, ceo dello Shakhtar, Dario Srna, direttore sportivo, si sono adoperati molto per ottenere dalla UEFA la possibilità di arrivare a questa soluzione. All’inizio della guerra, quando tutta la squadra era rifugiata nell’hotel Opera di Kiev, la prima preoccupazione era stata portare in salvo gli stranieri, molti di loro con famiglia al seguito. Ma il problema vero era legato ai calciatori ucraini, molti giovanissimi, impossibilitati ad abbandonare il paese. C’era anche il rischio che fossero chiamati alle armi.
E la nazionale?
Diverso il destino della nazionale ucraina. A giugno è in programma la sfida contro la Scozia, valida per i playoff di accesso al Mondiale. E al momento nessun indizio lascia presagire un annullamento o uno slittamento.
In Russia si gioca, normalmente
Intanto, cambiando fronte, nonostante la guerra, il campionato russo continua la sua marcia. La città russa di Rostov sul Don si trova nel sud-ovest della Russia ed è quasi al confine con l’Ucraina. La squadra della città affronta domenica il Lokomotiv Mosca, una delle squadre più titolate del paese. Come se nulla fosse. Come se la guerra non fosse lì, a poche decine di chilometri dal rettangolo verde.