L’iniziativa nasce inizialmente per andare incontro a tante mammine in difficoltà, clienti 24 x 7 dei centri benessere, le quali, non sapendo dove lasciare le loro figliolette all’uscita da scuola, se le portano dietro al paradiso dell’immagine. Là, potranno assistere a cosa fa mamma per restare sempre jeune fille en fleur. La mamma è da imitare, lei che porta la minigonna con gli stivaletti, lei biondissima nell’esercito di finte-bionde al fulmicotone che marciano alla conquista di se stesse e di un marito spesso distratto, la spalla desnuda come vuole il diktat, il labbro volitivo nutrito a filler ialuronico e zigomi rimpolpati . “ La mamma è bellissima ed anch’io voglio essere come lei ”, pensa la pupa in un qualche barlume di figlia cogitans.
Il salone di bellezza la sa lunga ed intraprende una bella operazione commerciale american style, con offerte di “pacchetti” cumulativi a prezzi più o meno cheap. Trasforma quello che era dapprima un baby parking in un reparto apposito per il benessere delle piccole donne le quali, anziché attendere, potranno essere delle vere protagoniste. Saranno coccolate a dovere, con bagnoschiuma alla rosa canina o alla vaniglia o al cioccolato alla menta, per poi finire nelle mani di una massaggiatrice chissà se autorizzata a manipolare le membra acerbe delle giovanissime clienti. Non basta, la reginetta sarà gratificata con smalto rosato alle unghie di manine e piedini, magari con qualche disegnino fancy, le saranno applicate delle “ extensions” boccolanti come quelle di mammà , un bel fiocco color pastello e una pioggia finale di brillantini, fiorellini, farfalline.
Il piccolo fenomeno è confezionato di tutto punto, il prodotto è pronto per essere immesso nel mercato delle meraviglie. Ma i fenomeni sono due: mamma e figlia in coordinato, due esemplari formattati per la crescita della società futura, se di società si potrà parlare, se di futuro anche. America docet!
Angela Grazia Arcuri
23 febbraio 2015