ROMA – “Gli italiani stanno meglio dell’Italia perché sono dei risparmiatori “. L’ha detto il nostro Premier. Le battute d’inizio anno sono benvenute e predispongono l’animo al bicchiere mezzo pieno. Renzi emulo di Berlusconi, come quando il Cav se ne uscì con la considerazione che i ristoranti sono sempre pieni, a voler dire che gli italiani piangono il morto e fregano il vivo. Forse Renzi si riferiva ai grandi risparmiatori, forse Berlusconi ai ristoranti di lusso e non a quelli che il cittadino medio può ancora permettersi per non morire di pizzichi.
Forse chi ci governa non conosce a fondo la realtà di quegli italiani, e sono tanti, che non possono permettersi nulla. Forse, tralascia di leggere le statistiche sulla povertà assoluta nel Paese. Forse, fa finta di non saperlo e parla d’altro per darci la carica. Parlare dei poveri è una cosa fastidiosa, imbarazzante. E gli affabulatori continuano ad intrattenersi nei talk-show sugli italiani che mettono i soldi a pizzo, gli italiani che possiedono palazzi e quant’altro, gli italiani che fanno dell’Italia una nazione ricca. Ma quando il Governo sottace sull’altra metà della mela, quella col verme, sul malumore profondo che serpeggia in ogni piega del tessuto sociale, allora non andiamo bene. E le battute diventano escamotage per dare ad intendere…. Come la rigiri e la rivolti, risparmiano i soliti noti mentre i soliti ignoti non sanno più come far risultare il totale del “ due più due “, che non obbedisce più alle leggi aritmetiche.
Gli italiani dovranno pagare quanto le cicale hanno scialacquato, ammette Renzi. Ma sembra che le cicale non la vogliano smettere. La pazienza sta venendo meno, il timore della gente qualunque per il futuro del Paese e dei nostri giovani non ha niente a che fare col timore fariseo di quanti, male che vada, possono speculare coi loro patrimoni.
Tranquilli, ci rassicura Renzi, ancora un po’ di pazienza e vedrete che il Job’s Act produrrà i suoi effetti positivi. Le aziende si convinceranno ad assumere a tempo indeterminato con i nostri provvedimenti di garanzia. E noi aggiungiamo: garanzia per le aziende ma quali garanzie per i lavoratori?
Ora, poi, ci peserà sulle spalle il presunto, ma non tanto, riscatto pagato per la liberazione delle due fanciulle Greta e Vanessa. Vogliamo parlarne? Vengono pubblicate da giornali nazionali pesanti, assai pesanti rivelazioni sul vero motivo del viaggetto in Siria delle due ventenni alle quali non puzza davvero la bocca di latte, come suol dirsi. La lacrimuccia, la fanfara di accoglienza, il sorrisetto di scuse pilotate, quando le intercettazioni parlano del contenuto assai chiaro dei loro zainetti, altro che aiuto ai poveri e innocenti bambini siriani… Alla luce delle rivelazioni documentate, veramente gravi, certe dimissioni appaiono il minimo. Come può l’Italia risollevarsi con tutte queste complicità ? Se il riscatto fu pagato, e si parla di 12 milioni, chi li paga? Pantalone.
Il timore degli italiani è un timore ormai antico. Quello di essere dei giocattoli, degli strumenti da spremere. Renzi si barcamena con battute e percentuali del buon augurio, ma le ipocrisie laceranti ci riaprono gli occhi . Pensavamo davvero che l’anno iniziasse con migliori auspici.
Angela Grazia Arcuri
20 gennaio 2015