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Art. 18: l’articolo più chiacchierato della grammatica italiana

Renzi-tour-mezzogiorno-italiaAnziché “sciacquare i panni in Arno” da buon toscano, Renzi ha approfittato del suo recente tour americano per immergere i panni sporchi, vedi art.18, in un bagno di silicio. Ad attenderlo alla Silicon Valley il “buon” Marchionne, che da cicerone l’ha portato in giro per quella valle delle meraviglie dove si respira odore di microchips con la presenza di quei colossi dell’informatica come HP, Apple, Google, Facebook, Yahoo, Linkedin e compagnia bella…. Ci sono proprio tutti e un po’ invidiamo il premier che ha avuto l’opportunità di vedere da vicino le location di questi templi che comandano ormai ogni nostra mossa sulla tastiera.

A vederli, Renzi e Marchionne, due vecchi amici di scuola! A Renzi non è sembrato vero togliersi la giacca e restare in maniche di camicia per fare il paio con il maglioncino blu del Marchionne , vestimento ormai simbolico per l’immagine del “democratic man”. Ma quanti pullover blu di ricambio avrà mai il patron della Fiat-Chrysler? Pappa e ciccia con Renzi , si sono sussurrati tante paroline all’orecchio ridacchiando in tutta complicità. Forse, non uditi, i discorsetti sottovoce avranno avuto un tenore ben differente da quello poi riversato ai microfoni. Ciò che pensano veramente possiamo solo intuirlo, ciò che dicono è solo un atto di fede da parte nostra.

Avranno parlato dell’art.18? Mah, anche se il Marchionne sentirà un gran prurito nelle orecchie al solo sentirlo nominare, con anni di licenziamenti alla Fiat che ancora pesano sull’azienda per i risvolti giudiziari. “Giusta causa? Cos’è, roba che si mangia? A proposito, – avrà sussurrato Marchionne – pensiamo a questa sera per una bella rimpatriata . Conosco un localino dove si mangia un risotto al silicio da leccarsi le labbra! “.

Ma Renzi è legato, era legato, si è slegato, ha sciolto veramente i lacciuoli con quei certi poteri? L’interrogativo da ingenuo può diventare capzioso. Qui si parla di massoneria come fosse il gioco dell’oca. Ma dai “muratori” è stato costruito da qualche secolo gran parte di quell’edificio che va dall’Europa agli States. Bilderberg, massoneria, confraternite varie, sono realtà che ancora contano o stanno anch’esse perdendo terreno? Le notizie relative compaiono ormai alla luce del sole, stranamente troppo illuminate. L’accesso alle loro riunioni annuali sembra diventato quello alla fiera dell’ est.

Ferruccio De Bortoli, vestito di cortesia caprina, dal Corriere della Sera ha detto la sua su Matteo Renzi, ma, tra le righe di un’ostentata sincerità verso il premier che ha decantato come giovane di indubbia volontà e coraggio, si nascondeva la “malparata” . Ha fatto capire che il nostro Premier non è più molto ben visto da quei “poteri” che prima lo avevano appoggiato per l’ investitura, perché Renzi se ne vuole staccare e fare di testa sua. Ah, bricconcello questo ragazzo!

La bagarre sull’art. 18 sembra ormai un escamotage per lasciar correre del tempo, per traccheggiare sui lavori in corso delle riforme al punto da porre Renzi al bivio di lasciare per non aver rispettato i tempi degli annunci. Ma Renzi non demorde e lo ha detto a chiare lettere. E’ una sua linea che intende perseguire, costi quel che costi, anche la sua poltrona. In questa sua presa di posizione così ferma appare plausibile che ci sia lo zampino di Marchionne, visti i sussurri. Che l’art.18 non sia un dogma , come ha tuonato il card. Bagnasco della Cei, appare di buon senso. Non sembra infatti un reale deterrente per quei potenziali investitori che guardano piuttosto alle agevolazioni fiscali e alle lungaggini burocratiche che intralciano l’impianto di un’ azienda. Se andiamo avanti a porre cavilli sull’art.18, si va alle calende greche. E i giovani aspettano un lavoro.

Non a caso c’è chi tira fuori la “job’s property”, la “proprietà del lavoro” che tale non dovrebbe essere per favorire il ricambio occupazionale. O di riffa o di raffa, bisogna abbattere le resistenze per far posto ai disoccupati. Renzi si trova ora piuttosto in bilico su un’asse di equilibrio che gli viene fatto tremare sotto i piedi dalle minoranze del suo partito e dai sindacati ancora legati alle strategie del ’70. Ma è tornato dagli Usa assai battagliero e non intende piegarsi a concessioni. Così dice. Il problema abbastanza serio c’è ed è quello, come previsto da Renzi, che ad ammortizzare i licenziamenti sarà cura dello Stato. Il come ce lo faremo spiegare meglio

I giovani intanto, in attesa fiduciosa dei cambiamenti, si premuniscono di quell’I-phone 6, facendo code chilometriche presso gli Apple stores, bivaccando in loco di giorno e di notte per non perdere la prenotazione. L’ultimo miracolo della Silicon Valley sembra lo strumento indifferibile per la conquista di un impiego in quanto allacciabile all’hi-fi (anche in aereo) e i giovani non se ne vogliono privare. Un’occhiata ai prezzi e restiamo un po’ basiti: l’aggeggio va da oltre euro 700 a oltre 1000 euro, secondo la scelta dei gb. Ma… non c’era la crisi? Già, ma esistono anche le rate. E il giocattolo portentoso, l’alchemico I-phone li aiuterà verso la ricerca della pietra filosofale, quella di un posto di lavoro. Nel frattempo, tutti lì impalati con la macchinetta in tasca.

Chiediamo a Diego Della Valle che può fare per dare una mano alla ripresa italiana. Gliel’hanno già chiesto e lui ha nicchiato. Né un sì, né un no. Ci vorrà pensare, forse negli occhi l’immagine di Renzi a braccetto con Marchionne, che ama di vero amore ….

Angela Grazia Arcuri
o1 ottobre 2014.

 

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