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NICK SLOANE: eroi e controeroi

NICK-SLOANEPatetica superstar di una tragedia consumata sullo scoglio delle Scole, il relitto di 114.500 tonnellate di stazza incontra la sua trasmutazione finale nel porto di Genova.
La tartaruga morente, sorretta tra le braccia “amorevoli” di cassoni protettivi, ha trascinato le sue ultime forze di appena 2,5 nodi di crociera dall’Isola del Giglio fino al golfo ligure, accompagnata dai salti dei delfini e delle balenottere del Santuario dei cetacei, inconsapevoli saltimbanchi di una cerimonia funebre.
Le immagini suscitano emozioni. Marcescibili i ricordi nel sopravvento del presente, come i trentadue morti che il relitto conduce dentro e fuori quell’anima squarciata. Il sommario di quella tragedia porta scritte troppe righe, colorate del rosso delle vittime, del nero delle cronache, del rosa di un gossip mediatico intorno alla figura di un comandante “innominabile”.
Ora, a costo di sembrare scontati, è il tempo di trovare un “eroe” lungo tutta questa storia infinita della Concordia. La parola è spesso troppo grossa, perché dietro ogni cosiddetto eroe c’è forse un uomo che compie soltanto il proprio dovere in determinate circostanze senza pensarci su troppo. E c’è a monte il bisogno umano di crearsi degli idoli da venerare, proiezione di “altri” se stessi da mettere sul piedistallo. Ma ci teniamo su questa scia, perché gli eroi del caso Concordia sono tanti e autentici, a cominciare dagli abitanti dell’Isola del Giglio, che hanno dimostrato la loro profonda generosità nell’offrire aiuto agli scampati del disastro, lasciando da parte le altre considerazioni di opportunità turistiche che ne sono derivate.
E vorremmo parlare di una persona in particolare: Nick Sloane, il 52enne proveniente da Città del Capo, regista di tutte le operazioni di rigalleggiamento del relitto. Immagine simpatica, accattivante, l’espressione aperta, gioviale, quella che il sacrificio gli fa un baffo e la rinuncia solo una sfida per portare a casa la vittoria sul mostro marino. Una birra per festeggiare con gli amici del Giglio e qualche ora di sonno per ricominciare con altre sfide dove lo chiama la Titan Micoperi, la società americana specializzata in operazioni di recupero di relitti del mare.
Ne ha viste delle belle, Nick Sloane, prima di porre mano a quest’impresa davvero titanica della Concordia, dove ha dovuto superare se stesso nella cabina di comando del “parbuckling” , forte delle numerose esperienze che da ventisette anni lo portano in giro per il mondo nel ruolo di “Salvage Master” per il recupero in mare e offshore di relitti nel settore petrolifero.
Stavolta, le operazioni erano immani, ma con la sua serenità e pazienza certosina ha saputo guidare una concertazione di lavori di 500 tecnici e 100 sommozzatori appartenenti a dieci nazionalità diverse. Un errore di calcolo, quasi millimetrato, poteva mandare a carte quarantotto l’impresa.
Già, eroi moderni tutte le maestranze dell’opus magnum. Ingegneri italiani e stranieri di alto livello, operai specializzati, operai di manovalanza, sommozzatori e quant’altri addetti, ognuno ha rischiato la propria vita per la sfida. I giornali non parlano del giovane che si è rotto un braccio, di altri che hanno riportato ferite, dello stesso Sloane che, alla fine, si è deciso a mostrare ai fotografi alcune ferite facendo spallucce.
Qualcun’ altro, l’Innominato campione del “selfy” scattato sull’ultimo ponte della Concordia a gloria imperitura di se stesso e della sua bravata, quando di recente vi è stato accompagnato ai fini del processo in corso, si conduce a spasso con la faccia che ha, tra un party e un lettino UVA.
Sì, chiamiamoli eroi, tutti quelli che hanno lavorato intorno alla Concordia, anche se qualcuno può storcere il naso. E controeroi della fuga, dell’abbandono della nave, dei passeggeri e dell’ equipaggio quelli che, appena cent’anni fa, se la sarebbero vista assai brutta davanti al Tribunale Supremo della Marina Militare. Controeroi del “vabbuò” e della paura, controeroi delle amichette bionde al timone del comando, controeroi dei “tarallucci e vino”.
I morti di quella notte non perdonano.

Angela Grazia Arcuri
27 luglio 2014.

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