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Architettura futuribile: così vivremo fra cent’anni?

Spazio, ambiente, risparmio energetico, ecco solo alcuni tra i progetti più avveniristici pensati per risolvere i problemi dell’umanità…..

 1Hidro-net:  come  architetti giapponesi immaginano la San Francisco tra cent’anni.  Una  brillante  selva di grattacieli  inox ,  resistente alla ruggine, a  terremoti  e  tsunami, dove  il petrolio  verrà  sostituito  dall’idrogeno.   Ok,  ma  come la mettiamo con  la toponomastica?

 Qui, la creatività non fa che ispirarsi alla natura. In giro per le campagne , si sofferma su quei funghi prataioli della specie “amanita” (assai velenosi!), ma dal cappello rivolto all’insù, ideali convettori di energia solare.

 In una ripensata Isola di Pasqua, i “moai” del futuro costringeranno l’uomo a sopravvivere in tale monolitica ed agghiacciante solitudine?

 Una chiocciola protettiva, una coperta di Linus nella livida alba di un deserto.  Arizona o Sahara?

 La casa al mare, a due passi dalla metropoli. Un’ostrica gigante  sospesa sulle acque, forse  una  minicittà,  sorvolata da quello che sembra un  bianco  cetaceo  tanto  somigliante a una Moby Dick volante. Ma  ci sarà  ancora  profumo di salsedine?

 Non poteva mancare la casa in montagna,  dove restare  … chiusi nel proprio guscio. Nemmeno il becco di un’aquila gigante potrà intaccare quell’uovo.

 In alto, sempre più in alto,  uomini-uccello  costruiscono il proprio nido per rifugiarsi dalle insidie   terrene.

 Camere con vista. Come dire, guardare il mondo dall’alto in basso.

 Un’isola tutta per noi. Ci sarà un supermarket?

 Città  platonica.  Una Champs­-Elysées col suo  Arco di Trionfo e,  al centro, una specie di  lungo “peristilio”.  Forse  vasche  atte a raccogliere l’acqua piovana come  l’impluvium delle antiche domus romane ?

 Dulcis in fundo, una novella Arca di Noè  ingabbiata in una rete di ferro. AWFUL!  Il patriarca  si rivolterebbe nelle sue ceneri.

Le  Città invisibili
E’ un futuro che fa supporre un’umanità  assai diversa dal  presente,  immersa in una filosofia di vita  asettica e razionale, liberata  da pregiudizi e da lotte di potere,  ma che ritrova  nella sua  stessa asetticità quei limiti  imprescindibili della natura umana.
Viene peraltro  da pensare alle  “Città invisibili” di Italo Calvino, ognuna con un nome:  Fedora o Laudomia, Isaura o Dorotea,  Zobeide o Diomira,  città  della memoria e del  desiderio, “ città come  l’immaginabile sognato  –  scrisse  Calvino –  che nasconde un desiderio o una paura,  una vita  condotta  secondo regole assurde, vissute sul filo di un discorso segreto, dove ogni cosa ne nasconde un’altra  nell’intento di dare un ordine al caos del reale…. La realtà perde la sua concretezza e diventa fluida, puramente mentale, realizzandosi nella fantasia…”.

Angela Grazia Arcuri
11 giugno 2015

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