Istituito nel 2007, il giorno della memoria per le vittime del terrorismo viene celebrato il 9 maggio in occasione dell’uccisione di Aldo Moro
Perché questo giorno
45 anni fa a Roma, in via Caetani, fu ritrovato il corpo di Aldo Moro, sequestrato e poi ucciso dai terroristi delle Brigate Rosse nelle settimane precedenti. Soltanto con la legge del 4 maggio 2007, la Repubblica Italiana ha deciso di celebrare il Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale e delle stragi di tale matrice. Un anno dopo, in occasione del primo anniversario, l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha pronunciato un fermo discorso, condannando la violenza politica stigmatizzando “la reviviscenza del più datato e rozzo ideologismo comunista” e la “reviviscenza addirittura di un ideologismo”. In merito allo scopo del Giorno della memoria aveva dichiarato: “Quel che più conta, tuttavia, è scongiurare ogni rischio di rimozione di una così sconvolgente esperienza vissuta dal paese, per poter prevenire ogni pericolo di riproduzione di quei fenomeni che sono tanto costati alla democrazia e agli italiani”. La Presidenza della Repubblica ha realizzato per l’occasione il volume Per le vittime del terrorismo nell’Italia repubblicana edito dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. La prefazione è stata scritta dal capo dello Stato e il volume contiene una serie di 378 schede di vittime degli anni dal 2003 ai primi anni ’60, ordinate volutamente in maniera inversa rispetto alla data: ossia, dalla più recente (Emanuele Petri assassinato nel 2003 in servizio sul treno durante una normale operazione di controllo documenti e identificazione di due viaggiatori poi rivelatisi essere i terroristi Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce, capi delle Nuove Brigate Rosse) fino alle più lontane, negli anni del terrorismo altoatesino.
Il tortuoso iter per l’approvazione della legge
La legge del divieto di terrorismo fu approvata al Senato il 3 aprile 2007 e, successivamente, è stata approvata alla Camera il 2 maggio 2007 con una maggioranza di 420 voti favorevoli a fronte di 46 astenuti (tutti i Deputati del Partito della Rifondazione Comunista e del Partito dei Comunisti Italiani) e il voto contrario del Deputato Francesco Caruso, del Partito della Rifondazione Comunista. Gli esponenti dei due partiti comunisti dichiararono la propria astensione perché non ritenevano la data del 9 maggio sufficientemente rappresentativa e avrebbero voluto che la ricorrenza venisse celebrata, invece, il 12 dicembre in onore delle vittime della Strage di Piazza Fontana.
Chi sono le vittime del terrorismo che si commemorano il 9 maggio
Oltre ad Aldo Moro, la cui morte coincide con la data del giorno del ricordo delle vittime, si ricordano, tra i tanti, Giorgio Ambrosoli, avvocato, ucciso nel 1979 da un sicario ingaggiato da Michele Sidona, banchiere seguito da Ambrosoli a causa di attività finanziare illecite (addirittura, nel 2010, in un’intervista a La storia siamo noi, Giulio Andreotti rispose così alla domanda sul perché Ambrosoli sia stato ucciso: “Questo è difficile, non voglio sostituirmi alla polizia o ai giudici, certo è una persona che in termini romaneschi ‘se l’andava cercando'”). Anche Mario Amato, pm a Roma, si ricorda questo giorno perché ucciso dai NAR per le indagini sull’eversione neofascista in città: alla notizia dell’avvenuto assassinio, i pluriomicidi Giusva Fioravanti e Francesca Mambro festeggiarono, secondo le loro stesse dichiarazioni, consumando ostriche e brindando con champagne. Stilarono poi il volantino di rivendicazione in cui affermavano: “Oggi Amato ha chiuso la sua squallida esistenza, imbottito di piombo”. Queste affermazioni ci fanno capire come ancora oggi, la lotta al terrorismo rappresenti una problematica centrale in uno Stato democratico e giornate come queste devono mantenere accesa la fiamma della memoria, al fine di non ricadere nei momenti bui dello stragismo italiano che hanno caratterizzato gli anni Settanta.