“Il passato è un morto senza cadavere” è il quindicesimo romanzo della serie dedicata al vicequestore Rocco Schiavone, creato dalla penna di Antonio Manzini. Schiavone si misura con la morte misteriosa di un ciclista in montagna, un personaggio enigmatico con una vita piena di ombre. Il caso spinge il vicequestore a fare i conti non solo con la complessità dell’indagine, ma anche con i fantasmi del passato.
Trama intricata e misteriosa, ma credibile
La narrazione si snoda attraverso una trama ben costruita, ricca di misteri e colpi di scena, in cui emerge la capacità di Manzini di esplorare la psicologia dei personaggi e farla emergere dirompente. Rocco Schiavone si conferma una figura enigmatica, ricco di contraddizioni e animato da una profonda e malcelata inquietudine verso gli “imprevisti” che il quotidiano riserva. In altre parole, vero e umano: ingredienti che rendono il personaggio potente, vicino anche a chi non si rispecchia nel suo carattere burbero ma ne percepisce l’umanità. La sua forza è quella di mostrarsi per quello che è, anche se ciò vuol dire mostrare il turbamento di affrontare tormenti interiori.
Riflessioni profonde su temi attuali ad alleggerire la suspance
L’autore riesce a coniugare una trama avvincente, in tipico stile Manzini, con temi profondi e attuali come il terrorismo e l’omertà in ambiti istituzionali. L’indagine è solida, priva di debolezze, sia da un punto di vista logico-consequenziale sia tecnico. La suspense avvolge il lettore fin dal primo capitolo. Riflessioni umane e sociali sono il giusto intermezzo per scandire il ritmo della narrazione, allentando la pressione. In questo, Manzini ha la con la penna la stessa confidenza che un direttore d’orchestra ha con la bacchetta.
Schiavone si conferma uno dei personaggi meglio riusciti
“Il passato è un morto senza cadavere” segna un nuovo capitolo di successo nella serie di Rocco Schiavone, uno dei migliori. Il personaggio del vicequestore si conferma uno dei meglio riusciti del genere: come in ogni capitolo della serie, vizi e virtù convivono all’interno dell’involucro duro che Schiavone si costruisce per proteggersi dalle folate di ritorno del suo tumultuoso passato, rendendolo credibile e potente. Ne “Il passato è un morto senza cadavere”, Manzini rende Schiavone ancor più vicino ai lettori instillandogli un nuovo infuso di umanità, senza mai perdere il focus su un’indagine articolata ma credibile. Riflessioni e intrighi avvincenti si coniugano in un romanzo che è già imprescindibile per gli appassionati della serie e un’ottima introduzione per chi desidera scoprire l’universo di Rocco Schiavone.