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Arabia Saudita, una guida nel Regno Saudita tra passato, presente e futuro

Il libro Arabia Saudita di Pietro Paolo Rampino, edito per Paesi Edizioni, è un’utilissima guida per comprendere al meglio lo Stato saudita esaminandone la storia, le tradizioni politiche e religiose e la propensione all’innovazione e l’adattabilità ai cambiamenti strutturali che i tempi hanno imposto al Regno.

Il libro, sebbene punti la sua bussola narrativa prevalentemente sugli aspetti socio-economici che hanno e che tutt’oggi contraddistinguono il Regno saudita, tratteggia nei primi capitoli la storia più intima e meno conosciuta dell’Arabia Saudita, ovvero l’intreccio storico-religioso venutosi a creare a partire dal XVIII secolo tra la famiglia reale Al Saud eMuḥammad ibn ʿAbd al-Wahhāb, fondatore del Wahhabismo, ovvero la corrente di interpretazione autentica del Corano e della Sunna del Profeta Maometto, vissuto tra le città sacre di Mecca e Medina, cuori pulsanti dell’Islam e territori centrali del regno saudita.

Rampino raccontando la storia politico-religiosa del Regno delinea subito con estrema chiarezza quel fil rouge tra la politica e l’Islam Wahhabita, che caratterizza tutt’oggi la longevità della famiglia reale Al Saud, sostenuta dagli Ulema Wahhabiti nelle diverse guerre che l’hanno vista coinvolta per il controllo della Penisola Arabica e che l’hanno vista fronteggiarsi a più riprese sia contro le famiglie reali “regionali” degli Al Rashid e degli Al Husayn, sia contro le potenze internazionali quali l’Impero Ottomano e il Regno d’Egitto. Fin dai primi capitoli del libro, viene raccontata con sintesi e chiarezza, la storia centenaria di una famiglia reale, che da emiri della regione del Najd fino alla costituzione del Regno dell’Arabia Saudita, nei primi anni del XX secolo, si è evoluta progredendo costantemente nel segno della propensione a tener insieme progressismo e tradizionalismo.

La religione musulmana e più in particolare del Wahhabismo è, pertanto, permeata fin da subito nella dimensione politica del Regno saudita favorendo la nascita di uno stato religioso dove i due centri di potere, quello politico e quello religioso, non hanno finito per identificarsi in un’unica figura, come avvenuto in altri Stati regionali, bensì in due figure distinte, l’Emiro e gli Immam, uniti ma mai soprapposti.

Il focus della “libro-guida” al paese saudita, è altresì l’economia e gli orientamenti che hanno condotto il paese a svilupparsi socialmente seguendo le vicende economiche, l’economia che rappresenta il grande motore propulsore delle innovazioni tecnologiche e sociali, l’economia che, confrontandosi con la religione musulmana, riesce a restituire i frutti “sani” degli investimenti effettuati, dalle materie prime e dalla lavorazione delle stesse fino al programma di riforma strutturale Vision 2030, al Regno saudita. L’economia e le innovazioni tecnologiche rappresentano quindi senza dubbio il motore delle vicende del Regno saudita tanto quanto la religione musulmana, le due bussole che hanno orientato le vicende del paese rendendo la realtà statuale odierna leader nella regione mediorientale tanto come centro economico che come partner politico per la stabilità dei fragili equilibri regionali.

Altro aspetto meritevole di attenzione per i lettori del libro e che l’autore ben coglie e racconta, poiché è la propensione della Famiglia reale degli Al Saud al confronto e alla cooperazione con tutti i soggetti interlocutori, musulmani e occidentali, che nel corso della storia del Regno hanno intrecciato le loro relazioni, in un lucido pragmatismo che ha reso il Regno un interlocutore serio e affidabile per i diversi Stati che hanno intessuto e che tutt’oggi intessono rapporti strategici nella regione.

Il libro racconta, al fine di completezza delle informazioni, anche le fragilità strutturali del Regno, a partire dall’eccessiva dipendenza economica dal Petrolio fino ad arrivare alle difficoltà di una difficile scolarizzazione della popolazione, in larga misura ancora berbera e nomade, e fortemente radicata nell’Islam radicale incapace ancora di “emanciparsi” nel periodo storico dell’avvento di internet e della diffusione di massa. Queste sono le sfide principali che attraverso il programma Vision 2030 i reali sauditi cercheranno di affrontare sostenendo la diversificazione economica nonché sviluppando nuovi settori economici in grado di sorreggere il sistema anche quando il greggio non rappresenterà più l’entrata certa dei bilanci statali, accompagnando altresì la popolazione a nuove forme di crescita sociale e di emancipazione in un mondo sempre più complesso dove è sempre più richiesto un know-how capillare e completo.

Le sfide e le opportunità sono presentate nel libro in maniera chiara, definita ed esaustiva e lo sforzo compiuto dall’autore nel rappresentare questo quadro per chi volesse cercare fortune nel paese saudita rappresenta una bussola attraverso la quale muoversi se si vuole affrontare un’esperienza di vita o lavorativa in Arabia Saudita.

Per tutti questi motivi il libro di Pietro Paolo Rampino rappresenta oggi un utilissima “cassetta degli attrezzi” per coloro che, sia per motivi storico-geopolitici che per motivi economici e di “opportunità” d’investimento, vogliono approfondire la conoscenza del Regno saudita con la giusta capillarità, andando oltre quel velo di superficialismo, che spesso ha bollinato il Regno saudita a mero paese leader nell’esportazione di Petrolio, non  tenendo conto che, ancor prima del Petrolio, la Monarchia saudita nata intorno al 1750 è da secoli un paese visionario che mantenendo salde le proprie origini e le proprie tradizioni si è sempre proiettato verso il domani.

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