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“Il giudice Surra e altre indagini in Sicilia”, i racconti introvabili di Andrea Camilleri riuniti da Sellerio

“Il giudice Surra e altre indagini in Sicilia”, edito da Sellerio, raccoglie tre racconti di Andrea Camilleri: “Il giudice Surra”, “Il medaglione” e “Troppi equivoci”. I primi due datati 2005; l’altro 2011. Tre gialli ambientati in Sicilia che, non essendo più in ristampa, erano ormai introvabili nelle librerie. Ci ha pensato Sellerio, quindi, a raccoglierli in un libro unitario. 
Scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo, Andrea Camilleri non ha bisogno di lunghe presentazioni: straordinario per inventiva, con cui ha saputo tessere trame memorabili, che si snodano all’interno di una Sicilia genuina e affascinante; unico per stile e linguaggio, con cui ha dato voce a personaggi iconici, come il commissario Salvo Montalbano.

Il protagonista delle indagini, stavolta, non è il celebre commissario di Vigata, sebbene i personaggi presentino alcuni tratti in comune.
Il racconto “Il Giudice di Montelusa”, ambientato subito dopo l’Unità d’Italia, vede protagonista il giudice piemontese Efisio Surra, trasferito al tribunale di Montelusa, in Sicilia. Un uomo integerrimo, che sembra avere quale unico obiettivo far applicare la legge, ignorando (più o meno consciamente) l’ombra della mafia. 
In “Troppi Segreti”, Bruno, tecnico telefonico, si innamora di Anna, traduttrice. La storia d’amore è breve e intensa, spezzata dal terribile assassinio di Anna, di cui Bruno è accusato. Un’ingiustizia che spinge l’uomo a mettersi alla ricerca del vero assassino. 
Ne “il Medaglione di Belcolle” il maresciallo dei carabinieri, Antonio Brancato, si trova a gestire una situazione inattesa: il vecchio Ciccino, da poco vedovo, si è barricato nella sua casa di campagna, minacciando di sparare a chiunque si avvicini.

Intrighi e sospetti avvolti dall’atmosfera di una Sicilia dai toni caldi e ammalianti. Un vortice di personaggi dalla personalità dirompente, nati pronti per bucare lo schermo. I racconti, infatti, nascono da un’idea di Carlo Lucarelli, che propose a Camilleri di scrivere un’antologia a sfondo poliziesco che potesse originare trasposizioni televisive. Il maestro li concepì, dunque, in vista dell’adattamento per il piccolo schermo. Un’idea che cavalcava l’onda del successo che in quegli anni accompagnava l’affermarsi del poliziesco all’italiana. Un’idea trasformata in una straordinaria realtà nero su bianco.
I dialoghi, di cui l’autore è maestro, esprimono una mescolanza di un italiano parlato, a tratti ormai perduto, e spunti dialettali. Ingredienti della narrativa in pieno stile Camilleri, fondamentali per trasportare il lettore nella Sicilia, quella autentica. 
Le storie sono originali a tal punto da risultare vere, tangibili come qualcosa di effettivamente vissuto. Talmente accurate da rendere difficile pensare che siano frutto della mente di un uomo. 
Infatti, nascono da quella di un genio.

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