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“Io scrivano e tu pianista”: Valerio Negrini e la sua impronta nella storia dei Pooh

Ho sempre pensato che il successo di un brano dipenda principalmente dalla musica che lo compone: quando si accende la radio, molto spesso non si ha tempo e nemmeno voglia di capire le parole e il significato di ciò che stiamo ascoltando, ci basta che sia orecchiabile e che si possa canticchiare.

Capita però poi, che alcuni brani ci attirino particolarmente e che leggendone il testo ci rendiamo conto sino ad allora avevamo sottovalutato l’intera portata del brano, sacrificando magari qualche emozione. Ma in fondo non è composta anche (e soprattutto) di parole una canzone? In caso contrario si parlerebbe di brani strumentali, e di quelli nel panorama discografico italiano attuale non è che ce ne siano poi molti. E allora perché molto spesso passa in secondo piano il testo di una canzone e soprattutto resta in ombra colui che l’ha composto quel testo?

Forse potranno sembrare domande banali e a cui è difficile dare una risposta univoca, ma ci tenevo a fare questa considerazione oggi, perché se i Pooh stanno festeggiando 50 anni di carriera durante questo 2016, buona parte del loro successo la devono sicuramente ad un uomo che proprio oggi, 4 maggio, avrebbe compiuto 70 anni, un uomo il cui nome che probabilmente a molti non dirà nulla anche se i Pooh sono famosissimi, un uomo che con i suoi testi ha firmato alcuni dei più bei brani di questa band, Valerio Negrini.

Nato a Bologna il 4 maggio del 1946, Valerio Negrini è stato il fondatore nonché il paroliere della band; dopo aver conosciuto Mauro Bertoli (che ha militato nel gruppo solamente sino al 1967) è con lui che ha fondato il primo nucleo di coloro che poi sarebbero diventati gli attuali Pooh. Batterista sino al 1971 – anno in cui posa le bacchette e passa il testimone ad un giovane Stefano D’Orazio – è rimasto il paroliere del gruppo sino alla sua morte, sopraggiunta nei primi giorni di gennaio del 2013. Prima del triste evento Valerio aveva terminato la stesura di quelli che sono ricordati come i suoi ultimi testi, scritti appositamente per far parte del nuovo disco di inediti di Facchinetti, uscito poi nel 2014.

Nonostante dal 1975 in poi si sia diviso il lavoro di “paroliere del gruppo” con Stefano D’Orazio, la maggior parte dei brani di grande successo portano la sua firma; negli anni è riuscito a cucire su ogni pezzo musicale scritto da Roby Facchinetti, Red Canzian e Dodi Battaglia, testi dai contenuti eterogenei. Si dice spesso infatti che non c’è tema che i Pooh non abbiano trattato nelle loro canzoni e forse dopo un’attenta analisi si può comprendere che è proprio cosi. Si è parlato di viaggi, di popolazioni lontane, di temi sociali e ovviamente d’amore; si è raccontato del giovane padre lontano da casa e da suo figlio per combattere una guerra di qualcun altro e della ragazza costretta a lasciare la sua vita per andare in cerca di fortuna, si è cantato della prima trasvolata aerea e delle radio libere, della solitudine degli uomini moderni e del coraggio di chi ha scelto di rimanere se stesso nonostante tutto.
Indimenticabili anche quei testi che sembrano essere scritti come la sceneggiatura per un film, proprio come il testo della famosissima Ci Penserò Domani, un brano che se ascoltato attentamente sembra quasi un cortometraggio.

Nel 2013, proprio per dare risalto e valorizzare i testi di Valerio Negrini, Cristian Iansante, noto doppiatore cinematografico, ha voluto realizzare un omaggio al paroliere scomparso, e grazie alla collaborazione di colleghi doppiatori ha interpretato recitando (senza aggiunte o tagli) i testi di alcuni brani che sono diventati dei piccoli film della durata di una canzone. Grazie a questo lavoro molti hanno potuto scoprire la forza evocativa e la carica emozionale di testi che talvolta erano rimasti in ombra: l’abitudine all’ascolto e la convinzione di conoscere alla perfezione certe canzoni spesso si scontra infatti con la curiosità di andare a fondo per capire esattamente cosa un brano voglia trasmettere.

Dopo la sua scomparsa sono stati dedicati a Valerio due brani strumentali dagli amici nonché colleghi Roby Facchinetti e Dodi Battaglia: stiamo parlando rispettivamente di Poeta (Ma che vita la mia, 2014) e Vale (Dov’è andata la musica, 2015).

Sono un inguaribile ottimista. Non avrò inventato la penicillina, ma sono orgoglioso se tu sconosciuto e sconosciuta in giro per il pianeta vi siete innamorati con la mia complicità, o se ho suggerito parole ai vostri pensieri. Vuol dire che nella vita ho scelto un bel mestiere“.
(Valerio Negrini)

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