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La strepitosa doppia natura di Dardust nel nuovo lavoro Duality

È uscito il nuovo disco di Dardust. Si chiama “Duality” e rappresenta l’incontro-scontro tra elettronica e mondo classico: ci sarà piaciuto?

Duality Parte prima

Fare un doppio album, di questi tempi, è un’impresa complessa, difficile, per non dire ardua. Soprattutto se ti chiami Dardust e devi confermare quanto di buono fatto nel 2020 con la pubblicazione di S.A.D. Storm and Drugs, un album, il suo quarto solista, che ci aveva lasciato col fiato sospeso dopo aver ascoltato le meravigliose melodie di Sublime e Prisma. Duality è un album particolare: raccoglie le due anime di Dardust, ora non più unite, miscelate in un insieme armonico, bensì divise, ben nettamente, da una cesura. Un disco per la parte più elettronica del suo io, la controparte (il disco due) per la sua natura più classicheggiante.
In merito alla realizzazione di Duality lo stesso Dardust ha dichiarato: “La passione che coltivo per lo studio della psicologia umana mi ha aiutato a comprendere il dualismo da sempre presente nella mia espressione musicale. Negli album precedenti, il mondo emozionale del piano e il mondo più cognitivo dell’elettronica si sono sempre fusi creando nuove prospettive sonore e un crossover a cavallo tra neoclassica e pop con elementi magici che provengono dalle colonne sonore, da un certo mondo club, dai fantasy movie, dalla musica romantica.” Ha continuato dicendo: “In questo step ho deciso invece di lavorare questi due aspetti come se fossero lavorati dai miei due emisferi separatamente. Bianco e Nero, Elettronica e Pianoforte. I due estremi del mio immaginario musicale e artistico come Dardust.” E si nota benissimo e, soprattutto, funziona alla grande. Duality è un disco pensato, maturo e con delle sonorità particolarissime. Anche l’elettronica presente nei primi dieci pezzi dell’album è differente rispetto a quanto fatto in passato. Dardust ha deciso di accogliere di più le dilatazioni musicali, affidarsi a nuovi elementi elettronici e non ripercorrere pedissequamente alcuni pattern già noti, nonostante, questi ultimi, avrebbero potuto rivelarsi un porto sicuro per un bacino di ascolti più fedele. Ma Dardust ha deciso di sperimentare ancora e lo si nota, ad esempio, in brani come Fluid Love, manifesto di questo eclettismo e di ricerca sempre costante (ma anche Horizon in Your Eyes ha il suo perché e non a caso è attualmente il brano più ascoltato su Spotify).
Un piccolo ma necessario reminder: Dardust non è per tutti e, soprattutto la prima parte, necessita di più ascolti, poiché alcuni brani (si notino i più brevi We’re Ready to Shine Again e The Whistle) hanno bisogno di un orecchio attento e ripetizioni costanti per apprezzarne proprio tutte le caratteristiche. Da sottolineare anche il featuring con Tropico, cantautore partenopeo, forse l’unico mezzo giro a vuoto dell’intera prima parte, perché poco dentro il brano per tutta la sua durata.

Duality parte seconda

I “secondi” dieci brani sono, invece, un piano e voce costante ma mai noioso. Dardust riesce nell’intento di ravvivare una tensione neo-classicista che ricrea nella nostra mente immagini winckelmanniane del “bello ideale”, facendoci sbarcare verso porti inesplorati o comunque poco battuti. Le atmosfere oniriche di Nuvole in Fiore fanno da contraltare al contrappunto stilistico tipico di Dune e Stormi Di Origami. In questi dieci brani, che potrebbero benissimo essere una lunga prosecuzione di un unico brano intervallato da sole pause e cambi ritmo, notiamo tutta la maestria di Dardust, un musicista con la emme maiuscola, vero cultore e studioso della musica. Quando lo studio è applicato pragmaticamente al duro lavoro si ne notato e sottolineano tutti gli sforzi e questa seconda parte di Duality non è da meno.

Tiriamo le somme del nuovo lavoro di Dardust

Duality è un album che necessita intrinsecamente, per via della sua stessa natura, di ricevere due giudizi ben distinti (ma non lontani, in termini di qualità, l’uno dall’altro). La prima parte, l’elettronica, la sperimentazione, i potenti bassi e le melodie catchy e hi-fi meritano una sottolineatura per l’innata capacità di Dardust di creare atmosfere uniche, perché, attualmente, nell’intero panorama italiano, è unico nel suo genere e di per sé.
La seconda parte è un ingegnoso esercizio di stile, spesso, per chi non ha studiato musica a livello accademico, anche di difficile comprensione. Per i puristi potrebbe essere esagerato, per gli amanti del “genere” (se così possiamo definirlo) un capolavoro.
Di sicuro, stiamo parlando a mani basse di uno dei dischi che meritano la top 5 annuale di questo 2022 che sta volgendo al termine. Dardust è riuscito ancora una volta a stupirci, non riproponendo lo stesso stile, ma aggiungendo a quello stile già magistrale che possedeva, delle tematiche e dei passi musicali innovativi senza per questo disancorarsi troppo dalle sue precedenti produzioni.
Da ascoltare, senza se e senza ma.
Duality è un viaggio introspettivo entro ogni essere umano: l’elettronica, sinonimo di passioni e pulsioni emozionali, il neoclassico, musa ispiratrice del pensiero logico e razionale. Entrambi, in equilibrio, in coesistenza pacifica.

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