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Il Circolo degli Artisti non accetta i sigilli: “Risorgeremo più forti e bravi di prima”

circoloROMA – La notizia del sequestro del Circolo degli Artisti, lo storico locale di via Casilina Vecchia, ha immediatamente scatenato non poche reazioni. I frequentatori più assidui del posto si sono fatti subito sentire postando sui vari social network foto e ricordi legati ai momenti più belli trascorsi nel locale, augurando al più presto la sua riapertura. Altri, invece, quelli del tutto ignari alle varie accuse che da tempo vedono come protagonista il Circolo, sono rimasti completamente allibiti.

Ricordiamo che sono varie le accuse che hanno portato a questo provvedimento, tra cui l’occupazione abusiva del locale, l’interramento illecito dei rifiuti e la trasformazione urbanistica eseguita senza autorizzazione. Inoltre, il club era nel mirino dell’Amministrazione da diversi anni per un presunto debito di 700mila euro che il locale avrebbe contratto con il Comune di Roma.

Tra le quattro persone coinvolte c’è anche il gestore del club, Romano Cruciani.

La reazione emotiva più forte sul web è stata proprio quella di Cruciani. “Ci hanno cacciato e distrutto tante volte ma siamo sempre risorti. Risorgeremo più forti e bravi di prima. […] Un abbraccio a tutti e forza! Il tempo è galantuomo e la verità si saprà prima o poi. Grazie a tutti i miei amici, sono inondato di affetto grazie” – questo è quanto si legge sul suo profilo facebook.

Mentre il profilo ufficiale del locale replica al provvedimento emesso dal gip, su richiesta del pubblico ministero Alberto Galanti, ritenendo che i sigilli posti al Circolo degli Artisti dalle autorità preposte “non sono collegati in alcun modo al contenzioso tra il club ed il Comune di Roma, ma sono una decisione della Procura in relazione all’indagine che ci vede protagonisti da circa un anno”.

“Ci teniamo anche a sottolineare – continua così la replica del Circolo – vista la mole di cose non vere o inesatte che stanno circolando da un anno almeno sia sui media che sui social network, che abbiamo già corrisposto al Comune di Roma il 30% dei 492mila euro (comprensivi di indennità d’uso arretrate, interessi legali, ed anni che sarebbero ormai prescritti) che dobbiamo secondo l’accordo stipulato tra le due parti. Il Comune di Roma non ha riconosciuto all’interno di questo accordo i 500mila euro di lavori effettuati a nostre spese all’interno dell’area per renderla il luogo accogliente che voi tutti conoscete”.

Il locale termina il suo appunto sottolineando il fatto di non aver mai sanato la situazione fino ad oggi non per sua volontà – e quindi dei gestori – essendo stati molti i solleciti fatti per essere regolarizzati, ma è stato il Comune a non aver mai provveduto a chiedere le indennità d’uso.

di Marica Valentini

18 marzo 2015

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