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Morte improvvisa del prof. Massimo Rosati, docente di Sociologia generale a Tor Vergata

Massimo Rosati, professore di Sociologia generale presso l’università di Tor Vergata, è venuto a mancare a soli 44 anni a seguito di un malore improvviso.

Il Professor Rosati era un uomo che amava il suo lavoro ed è riuscito a trasmettere la sua passione per la sociologia a gran parte degli allievi che hanno avuto la fortuna di seguire le sue lezioni straordinariamente coinvolgenti. Gli studenti della facoltà di Lettere e Filosofia hanno perso un grande docente.

In suo onore, il 2 febbraio nella Basilica di San Pietro in Vincoli è avvenuta una funzione.

Tutti gli studenti e tutti i colleghi del professor Rosati sono addolorati, scioccati da questa morte inaspettata. La professoressa Francesca Dragotto, sconvolta per l’accaduto, ha avvisato gli studenti sul gruppo Facebook del corso di Scienze della Comunicazione       (www.facebook.com/groups/35326507702/permalink/10151838292687703/), scrivendo:

«Mi mancano le parole con cui dirlo… è successa una cosa terribile, Massimo Rosati è morto ieri improvvisamente… Mi sembra giusto condividerlo con tutti voi, suoi allievi. L’altro ieri abbiamo fatto un consiglio di corso di laurea, molti di noi erano lì, tutti insieme. La morte ci è passata accanto e non ce ne siamo resi conto. E noi intenti a pianificare eventi, soluzioni di problemi, attività del corso, modifiche piano studi; sono sconvolta”.

In risposta numerosi commenti che fanno capire il valore e lo spessore di questo grande docente; eccone alcuni:

«L’unico professore che è riuscito a coinvolgermi così tanto da frequentare tutte le lezioni. Modulo a e b, sono andato anche in visita alla moschea con lui altri ragazzi e professori. Un uomo che ti ipnotizzava, è riuscito a farmi appassionare alla sociologia tanto è che lo avrei voluto come professore per la tesi… Non ci sono parole e non c’è davvero giustizia. Ciao prof.»;

«Possiamo solo ringraziarlo per tutto quello che è stato in grado di donarci… ciao prof!!!»;

«Un enorme dispiacere per un professore capace, che ha saputo coinvolgermi come pochi alla sua materia, grazie alla sua passione e amore per l’insegnamento… Ciao prof…»;

«Una notizia davvero terribile, un professore serio e preparato, uno di quelli che ama il suo lavoro e riesce a trasmettere la passione nelle cose che dice. In più con una immensa disponibilità… Davvero una triste notizia»;

«Poveri quelli che non hanno avuto la fortuna di poter seguire una sua lezione… Non ci sono parole per descrivere la fantastica persona che era…»;

«Sono senza parole…»;

«Sono giorni che cerco le parole. Solo tre mesi fa ho avuto il piacere e l’onore di condividere con lui uno dei giorni più importanti della mia vita. Grande professore e grande uomo. Semplicemente straordinario. Le mie più sentite condoglianze alla figlia, alla moglie e a tutti i suoi cari. Arrivederci professore… non la dimenticherò mai!»;

«Rimango senza parole. Una persona unica, stimabile, professionale. Una perdita sconvolgente. Le sue lezioni incantavano davvero. Resterà sempre un’icona insuperabile. È proprio vero, sono sempre i migliori ad andarsene. La prego, prof, appena sa qualcosa riguardo i funerali, di scriverlo, molti ci tengono a dare l’ultimo saluto ad un uomo STRAORDINARIO.»;

«Non ho veramente le parole!! Se ne è andato uno di quei prof. che ti faceva appassionare totalmente alla sua materia e che quando parlava rimanevi ad ascoltarlo pensando : “che grande uomo , che grande Prof .” …. Non riesco a capacitarmene!!»

Questo era Massimo per gli studenti, un professore che amava andare controcorrente,  mettendo in discussione qualsiasi tesi. Riusciva ad incantare e a “ipnotizzare” tutti coloro che lo ascoltavano, lasciando un qualcosa in più ad ogni studente che usciva dalla sua aula, dote che appartiene davvero a pochi.

E come questi, centinaia di altri commenti, per un uomo che ha lasciato un vuoto incolmabile nella facoltà.

Massimo Rosati si è laureato in Sociologia presso l’ Università di Roma ‘La Sapienza’ nel 1993 con una tesi su teoria dell’agire comunicativo di Jürgen Habermas, successivamente diventata la prima monografia italiana sulla grande opera del sociologo/filosofo tedesco (Consenso e razionalità. Riflessioni sulla teoria dell’agire comunicativo, Armando, Roma, 1994); ha conseguito il dottorato di ricerca in Sociologia politica presso l’Università di Firenze (1998) e svolto attività di ricerca prima come borsista e poi come ricercatore presso il Dipartimento Istituzioni e società dell’Università di Perugia.

Dal 2005 al 2008 ha insegnato Storia del pensiero sociologico presso l’Università degli studi di Salerno, in qualità di professore associato, prima di essere trasferito presso l’Università di Roma ‘Tor Vergata’, dal 1º novembre 2008, dove insegnato fino ad oggi Sociologia generale.

Membro di redazione della rivista Quaderni di Teoria Sociale e del comitato scientifico di Politica e Società, collaborava regolarmente con riviste italiane e internazionali come la Rassegna italiana di SociologiaJournal of Classical SociologyDurkheimian Studies, Reset.

Ha svolto soggiorni di studio e ricerca presso l’Institute for Social and Cultural Anthropology, Oxford University, il Centre for Cultural Sociology, Yale University, il Department of Religious Studies della Brown University, istituzioni presso le quali ha anche tenuto lezioni e interventi in occasione di convegni e giornate di studio.

Membro dal 1991 del Seminario permanente di Teoria Critica, ha collaborato con il Centre for Durkheimian Studies di Oxford dal 2000.

Dirigeva inoltre presso l’Università di Tor Vergata il Centro studi e documentazione ‘Religioni e istituzioni politiche nella società post-secolare’.

Il lavoro di ricerca del professor Rosati si è mosso soprattutto nell’ambito della tradizione di pensiero durkheimiana, non a caso ha curato la nuova edizione italiana de Le forme della vita religiosa di E. Durkheim, scrivendone una nuova introduzione, e con William S.F. Pickering ha curato il volume Suffering and Evil. The Durkheimian Legacy.

Un saluto a Massimo Rosati.

Cogliamo l’occasione per fare le più sentite condoglianze alla moglie Barbara, alla figlia Anna, e a tutti i suoi cari.

di Serena Panacchia (Laureata ad ottobre 2013 con il prof. Rosati)

3 febbraio 2014

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