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LA PICCOLA LONDRA: una strada “old England” nel cuore di Roma

Piccola LondraNo, sir!  L’immagine  dell’elegante e  rigorosa  facciata  non è quella della  Downing Street  n.10,   ma  il particolare di una  piccola strada  rimodellata  “english  style”  da  vecchie costruzioni  popolari  sulla Via Flaminia.

Tra il  Maxxi  di Via Guido Reni  e Viale del Vignola,  prospiciente  il polo  artistico-sportivo  dello Stadio  Flaminio  e  dell’Auditorium,  “La  Piccola Londra” rimane  incastonata  in quella teoria di palazzoni  inizio secolo  che da Piazzale Flaminio conducono in rettilineo a Ponte Milvio (o viceversa!).  E’ vero che,  se chiedi  della Piccola Londra, tutti  nel quartiere te la sanno indicare, ma   la strada  vanta   una sua  precisa  collocazione nella toponomastica romana, Via Bernardo Celentano ( pittore italiano esponente del Verismo – n.d.r.).  La strada è  privata ma non troppo e vi  si  accede  sulla Via Flaminia al civico  287.

La Capitale ci è matrigna, città sempre ingorgata di traffico, costretti a percorrere nella nostra  scatoletta a quattro ruote  tragitti obbligatori  e scontati  che  impediscono  di  notare certe belle architetture  con  le facciate rivisitate in  teneri colori pastello, i fregi , i  piccoli tesori d’arte, gli  angoli  più  nascosti  a  chi  procede col paraocchi  altrimenti ci scappa il botto.

Ma  una volta abbandonato  il nostro abitacolo,  provenendo da un’ incauta  immersione presso il Maxxi,  punteggiata  dalle  “ straccerie”  avventuristiche  alla Michelangelo  Pistoletto ( simbolo quanto mai attuale  di un’Italia della crisi) ,  plachiamo  le ansietà  del marasma  cittadino  non appena varcato il cancello  della Piccola Londra. Un sospiro di sollievo, la strada appare quasi  un  deserto.  Un palmizio  sporge ricurvo da un giardinetto  in complice prospettiva.

Gli irriducibili  anglofili  si sentiranno  trasportati d’incanto a Chelsea o Mayfair,  quartieri esclusivi di Londra.  La via  corre dritta su  duecento  metri circa di sampietrini, dove non trovi per terra un pezzo di carta a cercarlo col lanternino.  A metà  strada  non stona  un  locale  coi classici  ombrelloni bianchi,  invitante a  un  tranquillo ristoro  con  thè verde  profumato al bergamotto o al gelsomino  e qualche  dolcetto.  Ti godi così la vista di  una teoria di scalette  candide  allietate da fioriere, piante rampicanti  e lampioncini vittoriani.  Il luogo  è come un  blog. Apre cioè un  suo discorso  particolare,  quelli che parlano linguaggi  ben lontani  dal  lessico  architettonico  dei palazzoni  circostanti.  E’ un’oasi  che racconta le cose  di chi può viverci.  E ci domandiamo  “chi”.

Una breve indagine  soddisfa le nostre curiosità.  La  “Little London”, lontana dall’essere  una  pura  operazione  nostalgica  del  liberty,  si rivela  un oculato investimento a scopo  immobiliare e turistico.  L’acquisto di   un  appartamentino, ristrutturato, sfiora i 600.000  euro.  Gli attici  si aggirano sui  1.300.000 euro. L’affitto di un mini  appartamento  a scopo  residence  per  turisti o uomini d’affari  di passaggio  circa  770,00 euro a settimana.  Naturalmente, fedeli  all’old style,  le abitazioni sono senza ascensore, ma  accessoriatissime!

Ci  allontaniamo  come da  un pianeta alieno  verso  le nostre realtà  tutte italiane.  Già verso Piazza del  Popolo  si  cominciano ad avvertire  rumori di… piazza.  E non è un gioco di parole.

Angela Grazia Arcuri
Roma,  16  dicembre 2013

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