Il governo peruviano ha dichiarato lo stato di emergenza nella capitale Lima e a Callao, a causa dell’uccisione di un noto cantante della scena musicale cumbia e del conseguente incremento della violenza nella città. Lo stato d’emergenza durerà trenta giorni e richiederà la limitazione della libertà di riunione e di movimento all’interno della capitale, oltre allo schieramento dell’esercito per le strade di Lima.
L’omicidio di Paul Flores
Il cantante si chiamava Paul Flores ed era membro del famoso gruppo musicale Armonia 10. L’omicidio è avvenuto domenica da parte di un gruppo armato e ha suscitato indignazione non soltanto tra gli amanti del genere della cumbia e dello stesso Paul Flores, ma anche tra la popolazione peruviana. La gente sarebbe stanca per il costante dilagare della violenza per le strade della capitale. Flores è stato ucciso con colpi d’arma da fuoco da alcune persone che avevano assaltato il bus su cui stava viaggiando insieme agli altri membri del gruppo a Lima. Gli assassini sono poi fuggiti in moto. Al momento, non sono ancora stati individuati. I sospetti della polizia sono rivolti ad un giro di estorsioni e criminalità: l’uccisione sarebbe dovuta, infatti, al rifiuto di Flores di farsi estorcere del denaro da parte di un gruppo criminale. La delinquenza legata alle estorsioni sarebbe piuttosto frequente nella città di Lima, legata anche a personaggi famosi e dello spettacolo. L’omicidio di Flores ha portato quindi ad un’ondata di proteste e di richieste di intervento da parte delle autorità.
Lo stato di emergenza per contrastare la violenza
Lo stato di emergenza è stato, pertanto, un provvedimento attuato dalle autorità peruviane per rispondere a questa escalation di violenza all’interno del Paese. La misura sarebbe stata anche un atto preventivo per arginare ulteriori atti criminali. Le forze armate saranno dispiegate in diversi punti strategici di Lima, in modo tale da garantire l’ordine pubblico e impedire l’ulteriore degenerare di una situazione già precaria. La presidente peruviana, Dina Boluarte, ad un evento in occasione dell’apertura dell’anno scolastico, davanti all’aumento della criminalità ha affermato di star «pensando alla pena di morte». Boluarte ha sottolineato che il suo governo non «permetterà un morto di più» tra i peruviani onesti.
Solo nel 2024, 1.962 peruviani sono stati assassinati da sicari, il 31,24% in più rispetto allo stesso periodo del 2023. La situazione nel 2025 non sembra essere cambiata. Già durante il 2024, per chiedere nuove garanzie di fronte all’ondata di estorsioni e omicidi su commissione, il settore dei trasporti e del commercio ha effettuato diversi scioperi tra settembre ed ottobre, contro l’incapacità del governo a contrastare questo fenomeno.