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Elezioni in Francia: la situazione del Rassemblement National

Il Rassemblement National vince ma la maggioranza assoluta non è garantita (è fissata a 289). Il partito di Marine Le Pen è riuscito a ottenere 38 deputati al primo turno (circa 400 nei ballottaggi) alle elezioni legislative francesi, con l’affluenza più alta degli ultimi trent’anni, che si è attestata al 66,7%. La partita si sposta allora al secondo turno. Molto dipenderà anche da cosa accadrà nelle 308 circoscrizioni in cui sono stati ammessi tre candidati (più cinque in cui ne sono stati ammessi quattro) perché hanno tutti superato un numero di voti superiore al 12,5% degli aventi diritto. Il gioco delle alleanze e delle rinunce strategiche è, quindi, già iniziato: il campo macroniano punta ora a dividere le sinistre, isolando La France Insoumise e premiando gli altri candidati del Nuovo Fronte Popolare ammessi al voto del 7 luglio.

L’ex presidente della Repubblica francese, il socialista François Hollande, ha lanciato stasera un appello “all’unione più ampia possibile” contro il Rassemblement National, “quali che siano le decisioni che prenderanno gli stati maggiori dei partiti”.  In un intervento dopo la diffusione dei risultati del primo turno delle legislative, dal suo feudo della Corrèze dove si è ripresentato candidato, Hollande si è rallegrato per quanto ottenuto dal Nuovo Fronte Popolare. Ha poi invitato a “fare in modo che l’estrema destra non riesca ad avere una maggioranza assoluta all’Assemblée Nationale”. “Abbiamo il dovere imperativo di fare in modo che l’estrema destra non riesca ad avere una maggioranza. L’unione deve essere la più ampia possibile, quali che saranno le decisioni dei dirigenti dei partiti”. 
“Quello di questa sera è un risultato storico. Non era mai successo che decine di candidati del Rassemblement National venissero eletti già dal primo turno delle elezioni politiche. Credo anche che sia una grande speranza per milioni di francesi”, così Marine Le Pen, rispondendo ai cronisti a Hénin-Beaumont, nel nord della Francia, ha risposto a chi chiedeva quale fosse il suo stato d’animo dopo la vittoria del Rassemblement National al primo turno delle elezioni presidenziali del 30 giugno e del 7 luglio. 

Quali sono state le impressioni in Italia? La Lega (Id) dà per scontata la propria adesione a Marine Le Pen. Il problema più grande è per Giorgia Meloni, presidente dei Conservatori europei (Ecr), che deve fronteggiare anche le tendenze centrifughe dell’alleato più importante, il Pis polacco. E rischia così di trovarsi in difficoltà: “Ma soltanto – dice un leghista maligno – se preferisse fare la regina in Gallia piuttosto che la numero due a Roma”. 
Le opposizioni, invece, non si danno per vinte: dal Pd, Enrico Letta sottolinea su La7 che al ballottaggio ci si gioca molto in tutta l’Ue: “Anche l’atteggiamento del governo italiano dipenderà da quel voto. L’attesa della vittoria di Le Pen al primo turno forse ha spinto il governo italiano alla sua posizione intransigente anche rispetto alle nomine europee”. E Debora Serracchiani invita Salvini “ad aspettare a far festa. Le Pen non ha ancora la maggioranza assoluta, lo scenario è mobile e i ballottaggi saranno cruciali”. Mentre da Avs Angelo Bonelli ritiene che “mai come oggi, l’Italia sia stata così isolata in Europa e con così poca influenza”. 

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