Dimmi come ti vesti e ti dirò chi sei. Esteso alla società può voler dire tutto o niente. La parola chiave è orlo e la gonna è il nostro punto di partenza. Probabilmente, presupporre che il termometro del benessere economico di un Paese sia una lunghezza in centimetri potrebbe far girare la testa a qualsiasi economista plurilaureato a qualsiasi analista con un grafico in mano.
Esiste una teoria, però, che è un po’ una chiave di lettura. Sta lì sul suo scaffale senza pretendere di spiegare l’inflazione o la produttività. È la teoria dell’himline index. Non ha nulla di economico, o meglio, scientifico. Negli anni ’20 la partorì un tale George Taylor osservando le gonne sopra al ginocchio delle flapper girl che ballavano al ritmo di Charleston, come se Wall Street non dovesse crollare mai. E invece, nel ’29, è crollato e si è portato giù con sé l’orlo. A riprova che se l’economia va su, le gambe si scoprono, si osa. Se c’è crisi, si torna ad una moda conservatrice, sobria. Durante il boom degli anni 60’ sono state le forbici di Mary Quant a tagliare cortissimo, così corto da inventare la minigonna, simbolo della nuova società dei consumi. Gli anni di piombo e l’incertezza energetica, poi, hanno tirato l’orlo fin giù alla caviglia.
Oggi gli orli continuano a parlare, ma non sono più i soli. A volte basta un gesto, una dichiarazione per spostare miliardi in pochi minuti. Sta tutta qui l’essenza di questa teoria. Non nella sua scientificità o non scientificità, ma in quello che i mercati dimenticano: la pancia delle persone. Per questo, non sono le politiche fiscali o le curve a decidere che piega prenderà l’economia, ma le gonne. E se non siete ancora convinti basta tornare al giugno 2021, Cristiano Ronaldo, in conferenza stampa agli Europei ha davanti a sé due bottiglie di Coca-Cola e le scosta. Poi prende una bottiglietta di acqua e dice: “Agua”. Inutile dire che i quattro miliardi di azioni persi da Coca-Cola, nel giro di poche ore, non dipendono da nessun grafico. È sempre la pancia a parlare. Degli azionisti, prima di tutto persone.
Certo, ora non è più così tanto una faccenda lineare. I cicli degli orli si sono appesantiti di influenze culturali – prime tra tutte quella americana – dalla nostalgia per il passato ai ritorni vintage, streetwear e genderless. Nell’era del fast fashion c’è chi indossa la minigonna in recessione e chi la midi anche nel pieno del boom economico. E allora una gonna diventa strumento umanissimo. Se i mercati oscillano per un tweet o per una semplice azione, c’è spazio per riappropriarsi di un pizzico di ottimismo. Lasciateci credere che dallo spacco di una gonna si possa vedere il mondo. In fondo, che male fa.