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Musei in (video)gioco – Videogames e divulgazione

Fonte: 2duerighe.com

L’atto di videogiocare è strettamente legato all’apprendimento. Completare un’esperienza videoludica vuol dire anche apprendere le sue regole e sistemi: quali comandi usare in determinate situazioni, come risolvere i puzzle proposti e cosa è utile o meno per difendersi da una determinata minaccia. Ogni volta che prendiamo in mano il controller, anche se non ce ne accorgiamo, siamo pronti ad apprendere e sviluppare nuove competenze con l’obiettivo di vincere e divertirci…e se questo processo venisse utilizzato come strumento di divulgazione?

Musei gamificati

La gamificazione (gamification in inglese) è una pratica che applica molti dei concetti del gioco per alleggerire e creare più engagement (interesse) verso un’attività, di norma, considerata seria. Uno degli esempi più famosi è sicuramente Duolingo: un’app per l’apprendimento linguistico che utilizza punteggi, classifiche, ricompense e una struttura a livelli di difficoltà…praticamente un videogioco dove al posto di allineare caramelle colorate si impara ad ordinare un caffè in più di 40 lingue.

duolingo
Fonte: 2duerighe.com

La gamificazione è molto utile non solo per portare un utente a interessarsi maggiormente ad un’attività, ma anche per attirare un nuovo tipo di pubblico, come nel caso di Prisme 7. Rilasciato nell’Aprile del 2020, Prime 7 è un progetto di gamification sviluppato da Game in Society, uno studio di sviluppo francese, in collaborazione con il Centro Georges Pompidou, che punta alla divulgazione artistica. Il progetto è un semplice gioco di esplorazione diviso in 7 livelli, ognuno dei quali vuole insegnare al giocatore alcuni dei principi base dell’arte contemporanea: in uno di essi bisogna usare la luce emanata dal proprio avatar per rivelare la strada corretta (dimostrando come la luce e lo spazio sono intrinsecamente legati), mentre un altro punta a trasmettere il legame tra colore ed emozioni chiedendo al giocatore di colorare un mondo stinto e sbiadito. Inoltre, in ogni area sono presenti oggetti collezionabili che mostrano e descrivono alcune delle opere presenti nel museo.

Fonte: prisme7.io

Ma non bisogna andare per forza oltralpe per godere di esperienze di gamificazione museale. Fabio Viola, designer e produttore di videogiochi, nel 2016 ha fondato l’associazione TuoMuseo con lo scopo di riunire artisti, designer e sviluppatori per creare videogiochi ed esperienze di gamification culturale in Italia.

Una giornata al Museo Archeologico di Napoli

Fra tutti i progetti sviluppati dalla fondazione TuoMuseo, Father and Son è sicuramente quello di maggiore spessore. Rilasciato per piattaforme mobile il 19 Aprile 2017 e prodotto dal MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), il gioco si presenta come un’avventura grafica in 2D con protagonista Michael, un giovane ragazzo intento nell’esplorazione del suddetto museo napoletano che fu gestito dal defunto padre.

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L’esperienza presenta i vari ambienti del MANN che, quando esplorati, mutano in visioni sul passato delle epoche esposte nelle medesime sale, un bellissimo modo per alternare i ritmi narrativi e trasmettere quanto si può apprendere trascorrendo una giornata al museo. Il gioco ha ottenuto un discreto successo arrivando ad essere scaricato da milioni di utenti, anche grazie ad un buon comparto artistico, traduzioni in svariate lingue e la possibilità di sbloccare contenuti aggiuntivi recandosi direttamente al museo, grazie alla funzione di geolocalizzazione.

Oltre ai due Father and Son (il secondo capitolo è stato pubblicato nel Giugno 2022), TuoMuseo ha rilasciato altri videogiochi come Past for Future in collaborazione con il Museo Nazionale Archeologico di Taranto e A Life in Music insieme al Teatro Regio di Parma, oltre ad aver creato varie installazioni fisico/digitali a scopo edu-ludico.

Fonte: 2duerighe.com

Il museo dei Radiohead ?

Ma proviamo ad andare oltre…se invece di usare un videogioco per intensificare un’esperienza museale né si creasse una da zero? Qualcosa di nuovo, mai visto e, soprattutto, impossibile da replicare nel mondo reale.

Monuments To Guilt, sviluppato da Louis Things, è un videogioco walking sim (genere in cui l’attività principale è quella di camminare attraverso gli ambienti di gioco) in cui si esplora un museo dedicato alle panchine. La breve esperienza (il gioco è completabile in 20 minuti scarsi) porta l’utente attraverso le sale di un museo inesistente in cui sono esposti vari modelli tridimensionali di vere panchine trovate in giro per il mondo, ognuna con la propria targhetta contenente una breve descrizione, pensiero del curatore e addirittura le coordinate geografiche in cui dove poterle trovare. Questa esibizione di oggetti, solitamente ritenuti banali, vuole far riflettere i visitatori sull’importanza di ciò che si prende per scontato, come le panchine, dedicandoli non solo uno spazio, ma addirittura un intero museo. Questo progetto non sarebbe mai stato possibile in un ambiente reale, fatico a pensare ad un galleria disposta ad esporre delle panchine e, soprattutto, visitatori pronti a spendere soldi per esaminarle.

Fonte: 2duerighe.com

“Sarebbe dovuta essere una gigantesca costruzione rossa ottenuta da più container saldati fra loro, posizionati come se una nave spaziale brutalista si fosse schiantata dentro al Victoria & Albert Museum di Kensington…” dicevano in un’intervista Thom Yorke, cantante dei Radiohead, e Stanley Donwood, pittore che ha collaborato a più volte con la band londinese.

A Kid Mnesia è un progetto nato nel 2019 che sarebbe consistito in un’esibizione all’interno del museo Victoria & Albert talmente grande e articolata che avrebbe richiesto modifiche strutturali all’edificio. Purtroppo (o menomale, direbbero i proprietari del museo), la pandemia di Covid-19 del 2020 ha mandato in frantumi l’insano progetto della band musicale, che ha però trovato spazio nel mondo digitale/videoludico. 

Nel 2021 Epic Games aiuta con la produzione di Kid A Mnesia (rilasciato gratuitamente sullo store di Epic), un museo digitale descritto come un “sogno febbrile dalle architetture impossibili” che omaggia i due album della band Kid A e Amnesiac.
Kid A Mnesia porta il giocatore all’esplorazione di ambienti assurdi, pieni di effetti speciali e creature che sembrano uscite da un film di Tim Burton, accompagnati da alcuni dei brani appartenenti agli album a cui il progetto è ispirato. Un viaggio a cavallo fra il mondo reale e quello onirico che non sarebbe mai stato possibile se non nell’infinito ambiente digitale.

Fonte: 2duerighe.com

L’intrattenimento videoludico è uno strumento che può essere sfruttato non solo con lo scopo di divertire, ma anche quello di insegnare, di attirare verso nuovi campi artistici ed educativi; proponendo delle esperienze innovative che, con la scusa di provare un nuovo videogioco, potrebbero portarci a riflettere su un’opera d’arte o, perché no, sul lavoro che c’è dietro ad una comunissima panchina.

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