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Olimpiadi Milano-Cortina: avviata l’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta

Ci eravamo lasciati con la diatriba sulla trasparenza delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.

Da pochi giorni, la procura di Milano ha aperto un’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta, riguardante gli appalti per i servizi digital delle Olimpiadi. 

Le indagini

Il procuratore Marcello Viola ha parlato di accordo corruttivo tra tre soggetti, nessuno dei quali è attualmente ai vertici della Fondazione Milano Cortina, ma lo è stato in passato.

Gli indagati sono perciò: Vincenzo Novari, ex amministratore delegato della Fondazione; Massimiliano Zuco, ex dirigente; Luca Tomassini, ex rappresentante legale della Vetrya s.p.a. (attuale Quibyt), società specializzata nello sviluppo di servizi digitali di vario tipo.

La procura, in sinergia con la Guardia di Finanza, ha avviato le indagini (dirette dai pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis), caratterizzate da massicce perquisizioni in seno alla Fondazione, ispezioni informatiche, sequestri e acquisizioni di documentazioni, audizioni di dipendenti e non solo.

Tutto ciò ha portato alla rilevazione di irregolarità nelle procedure di affidamento delle prestazioni tecnologiche, per l’ecosistema digitale delle Olimpiadi. 

Tali irregolarità sono di varia natura e sono relative al periodo 2020-2021.

In primis, riguardano la scelta dei fornitori e degli sponsor, più l’assunzione dei dipendenti. Si sta parlando infatti di abuso d’ufficio ed il grande quesitodella procura è se le assunzioni di personale (legato a politici, al mondo dello sport ed altri vertici) sono avvenute con modalità e motivazioni sotterranee specifiche.

In secondo luogo, sarebbero stati impiegati soldi ed altri beni (tra cui una Smart) per favorire l’affidamento delle gare. Secondo i magistrati, i dirigenti della Fondazione ricevevano tali beni da Tomassini o ne accettavano la promessa. Questo in cambio di successive aggiudicazioni delle stesse a favore di Vetrya e l’emissione di fatture da parte di Vetrya e Quibyt nei confronti della Fondazione, per importi complessivamente non inferiori a 1.895.346,60 euro. 

Le fatture della Vetrya nei confronti della Fondazione (tra il 2020-22) ammontano a 816.859,60 euro. Tutto è stato comprovato dall’effettiva aggiudicazione da parte di Vetrya, comunicata sull’ex Twitter il 15 marzo 2021, della gara.

Terzo elemento, è stato rilevato un tentativo di pilotare il televoto per la scelta del logo delle Olimpiadi da parte di Vetrya.

Gli ultimi sviluppi

L’ultimo soggetto inserito nella lista degli indagati è stato Novari, perquisito per far luce su tre questioni: le assunzioni nel suo periodo di amministrazione, i contratti con Vetrya e gli sponsor tecnologici e digitali.

Sono stati interrogati anche i responsabili di Deloitte, una società di consulenza (non indagata), che dallo scorso mese figura come sponsor tecnico, a protezione dell’infrastruttura digitale delle Olimpiadi.

Sull’intera faccenda, il Ministro Abodi non dimostra alcuna preoccupazione e ribadisce che la  Fondazione è una casa di vetro. Molto diverso è stato invece il commento di Giovanni Malagò, presidente del CONI, che ha espresso il suo rammarico per come tutto ciò ricada sullo sport.

Di tutte le questioni, il filone sulle assunzioni è il più recente, ma già si sta arricchendo di informazioni, rendendo sempre più fitta la trama dell’indagine sulla corruzione.

Tutto ciò non giova sicuramente all’immagine del progetto Milano-Cortina, per cui sarà necessario un’importante opera di salvataggio. Gli sviluppi sono tutti da vedere.

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