Conan O’Brien, icona che nell’arco di oltre vent’anni si è radicato nella cultura popolare americana, forse non è ancora sufficientemente noto in quella italiana. A due settimane dalla scintillante notte degli Oscar, è sicuramente opportuno tornare sul tema e spendere una riflessione sul presentatore che, dopo diverse edizioni sottotono, ha riportato luce propria al Dolby Theatre. Non ci soffermiamo in questa sede su riflessioni di carattere generale in ordine alla Notte degli Oscar (rimandando qui.html per i più interessati), quanto piuttosto sulla figura di spicco della televisione americana, che nella sua semplicità ha trasportato la platea, come i telespettatori del mondo intero, in un viaggio tanto leggero quanto profondo, all’insegna dell’ironia e di quel suo umorismo da molti definito surreale.
Da Harvard al successo
Conan ‘O Brien non è certamente una sorpresa, e la sua fama lo precede in un percorso televisivo che origina nel 1987 e lo ha consacrato nella notte più importante per l’intero mondo dello spettacolo. La sua carriera è brillante già in termini scolastici, avendo conseguito la laurea cum laude in Storia Americana alla Harvard University. Degna di nota, in questo periodo, la sua presidenza della Harvard Lampoon, la più antica rivista umoristica mondiale, indizio di come O’Brien si sarebbe imposto nella cultura americana. Dopo alcuni anni in veste di autore del Saturday Night Live, divenne, tra il 1991 e il 1993, uno degli autori de I Simpson. In questa parentesi merita sicuramente di essere ricordata la puntata “Marge contro la monorotaia”, che non solo per i fan, ma anche per gli stessi colleghi, ha segnato una sorta di spartiacque nella storia della serie, indirizzandola verso un canale dai toni maggiormente surreali. Fu però nel 1993 che Conan O’Brien ebbe la possibilità di imporsi come protagonista nelle televisioni americane, scelto come conduttore del Late Night, succeduto a David Letterman.
Tonight Show
Servì del tempo e non mancarono momenti di assoluta tensione, ma il conduttore riuscì con costanza ad entrare nei cuori dei telespettatori portando quel suo modo di essere nelle case di circa 2,5 milioni di americani per ogni puntata. Tutto ciò gli assicurò la forza di chi non necessita compromessi per piegarsi al verdetto dello share, oltre a 15 stagioni che resero la serie un cult. Questo successo lo portò nel 2009 alla guida del Tonight Show, forse il Talk Show più prestigioso della televisione americana, ma questa parentesi fu dal corto respiro, perché fu lo stesso O’Brien a rassegnare le dimissioni dopo pochi mesi, ancora una volta mostrando la forza della coerenza e della professionalità, non piegandosi ai giochi dei produttori. Al di là della panoramica professionale, è forse proprio quest’ultimo accento a consegnare al conduttore la stima dei milioni di fans che lo sostengono.
Una goffaggine consapevole
O’Brien infatti si distingue dagli altri comici e conduttori televisivi, è pronto sempre a portare pienamente sé sul palco, si presenta con grandissima autoironia e goffaggine consapevole; il suo umorismo spiccato si lega direttamente alla grande capacità di improvvisazione, che lo hanno portato alla presentazione dei più importanti premi dello spettacolo mondiale, dai Primetime Emmy Awards agli Oscar. Ed è quest’ultima edizione che lo ha degnamente posto sotto i riflettori mondiali, in una conduzione che con leggerezza non ha risparmiato battute su nessuno dei film in gara, senza mai scadere nella banalità, né sollevare
polemiche dalla facile esplosione in temi politici. In definitiva, se è vero che la notte degli Oscar si plasma sulla figura del conduttore, possiamo ora affermare come degno volto sia quest’anno dato alla cerimonia.