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– Ghostland – La casa delle bambole | L’horror tra il barocco e la follia.  

Dopo Martyrs il regista francese Pascal Laugier ritorna a declamare la sua personale poesia dell’orrore, con lo stesso stile che gli è valso l’apprezzamento della critica internazionale. Ghostland è il nuovo punto d’arrivo di un artigiano della cinematografia contemporanea che spazia tra il thriller psicologico e l’horror.

Le protagoniste sono due giovani sorelle, Beth e Vera e la madre Pauline, le quali ricevono in eredità una vecchia abitazione. Un mausoleo d’inizi novecento zeppo di cimeli grotteschi e bambole dalle macabre sembianze. Durante la notte due estranei fanno irruzione nella casa prendendo in ostaggio la donna e le figlie adolescenti, col solo intento di seviziarle e compiacere i loro perversi istinti. Pauline, in una disperata lotta per la sopravvivenza sua e delle ragazze, riesce ad avere la meglio sui due psicopatici. Gli eventi di quella notte per anni lasceranno il segno nella mente di Beth e Vera; un trauma profondo e indelebile che ne marcherà per sempre l’esistenza. In qualche modo Beth riesce ad andare avanti e trovare l’opportunità nella tragedia, diventando una scrittrice di successo e lanciando in età adulta un romanzo su quanto avvenuto quella fatidica notte. Tutt’altra storia la sorella, la quale nonostante il tempo non riesce a lasciarsi il trauma alle spalle, e ad ogni ora del giorno lotta con la follia che da esso è scaturita. Quando Beth farà ritorno nella casa, in seguito ad una disperata richiesta d’aiuto della sorella, scoprirà che la realtà è totalmente diversa da come l’aveva vissuta fino a quel momento e gli orrori di quella lontana notte non hanno mai avuto fine.

Laugier analizza con la lente di ingrandimento e una profonda sensibilità l’angoscia rappresentata dal sequestro e tutto ciò che ne scaturisce. Il film fa vivere allo spettatore la drammaticità in prima persona delle vittime, il terrore che si legge nei loro occhi. Un’angosciante follia si accende dapprima come un principio d’incendio, per poi divampare in alte fiamme. La narrazione si discosta completamente dalle normali intelaiature di genere, componendosi di una fitta rete dove il tempo perde di significato e l’intera vicenda sembra quasi pendere su due differenti piani temporali. La spiegazione a tutto ciò sta nell’inquietante susseguirsi degli eventi. In principio potrà sembrare di aver a che fare con l’elemento paranormale. Vera nella sua follia lotta disperatamente contro i fantasmi dei suoi sequestratori nella vecchia casa, mentre Beth fa di tutto per tentare di riportarla alla realtà, spiegandole che è tutto finito, che stanno bene, così come la loro madre. La verità ha dello sconcertante. Un vortice di violenza, invisibile e impetuoso che pian piano prende forma, fino a definirsi nella più tragica delle aspettative.

Il ritmo di questo film potrebbe facilmente paragonarsi ad una lenta discesa verso il baratro, attraverso una lunga scala. Passi che si muovono in principio lentamente, timorosi, gradino dopo gradino, per poi comprendere che non si può tornare indietro e l’incedere diventa convulso e incontrollato fino al suo epilogo. Le inquadrature sono altamente suggestive, claustrofobiche, una visione in prima persona delle protagoniste che nasce prima dalla loro mente e poi dai loro occhi. L’intento è chiaro: Laugier vuole fare in modo che la casa inghiotta lo spettatore e lo porti a provare la stessa ansia e confusa disperazione delle due ragazze. Diverse scene vengono raccontate attraverso un fortissimo impatto visivo, ulteriormente sottolineato grazie all’ottimo lavoro performativo delle attrici. Anche le dimensioni dei personaggi sembrano in continuo cambiamento, questo grazie a un pesante contrasto tra la fisicità dei personaggi, di un antagonista dalla statura imponente e una scenografia bizzarra e affascinante. Quest’ultimo aspetto è certamente il più rivelante, da cui il film trae il suo titolo. Le stanze della casa sono arredate da bambole e fantocci: taluni affascinanti altri veri e propri orrori: feticci per metà animali e metà umani; manichini con occhi che si accendono all’improvviso, quasi come se avessero vita propria. La casa diventa una grottesca stanza dei giochi di due psicopatici, uno dei quali fatica a distinguere le bambole dalle due ragazze.

Il film lancia importantissimi messaggi nell’epoca in cui le donne sono definitivamente emancipate e lottano quotidianamente contro la violenza più brutale. Non a caso le protagoniste sono tutte donne. Ma vi è anche la potenza della famiglia e il legame tra sorelle, indissolubile nonostante la diversità caratteriale. La forza e il coraggio di non arrendersi né all’orrore né alla follia dilagante, quella che porta ad estraniarsi dalla realtà e rifugiarsi in una dimensione perfetta, dove convivono in armonia i fantasmi delle persone amate e i personaggi straordinari che da sempre si cerca di emulare; nel caso di Beth lo scrittore H.P. Lovercraft. Le immagini in cui la giovane romanziera rievoca nella sua mente la vita che non ha ancora realizzato sono cariche di poesia, come se si reggessero a malapena su un telo di velluto.

Il film in uscita nelle sale dal 6 dicembre è l’horror perfetto per abbracciare quanti più appassionati di genere possibile. La cura del dettaglio, sia tecnico che artistico lo elevano senza dubbio a uno dei titoli dell’anno più riusciti, la cui sceneggiatura non è mai fine a se stessa, ma che anzi si impegna dall’inizio alla fine a non a trasferire un mero riflesso di inquietudine allo spettatore ma a fargliela vivere in prima persona .

 

La casa delle bambole – Ghostland

 

Voto: 7

Anno: 2018

Luogo: Francia, Canada.

Produzione: Radar film,

distrubuzione: Midnight factory (Italia)

regia: Pascal Laugier

con: Crystal Reed, Taylor Hickson, Rob Archer, Emilia Jones, Adam Hurtig, Anastasia Phillips.

sceneggiatura: Pascal Laugier

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