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Dall’australopiteco ad oggi, Lucy e le donne di Kabul

Da quando il bipede umano è comparso sulla faccia della terra, è da supporre che si servisse di una sorta di “green pass” per circolare e confrontarsi coi suoi simili. In altri termini, sembra attendibile che anche l’uomo preistorico volesse distinguersi da coloro, magari di tribù avversarie, con qualche segno esteriore caratterizzante.

Andiamo a vedere chi fu il primo dei nostri antenati, quell’australopiteco che significa letteralmente “scimmia del sud” in quanto visse nell’Africa australe la bazzecola di circa 4 milioni di anni fa. A tutti è noto il ritrovamento di Lucy, la nostra bisnonna con quanti più… “bis” possibili, le cui ossa furono scoperte nel  novembre 1974 dal paleoantropologo Donald Johanson nel giacimento di fossili della zona di Afar, vicino ad Addis Abeba in Etiopia.

Alta non più di un metro, Lucy  vide la sua fine cadendo da un albero di 12 mt., come hanno dimostrato le sue fratture aventi carattere di natura assai tipica. E ci sia consentito, pur dall’apparire un’ingenuità tutta femminile,  un… “pater ave gloria” in memoria  della nostra avventata australopitecina  molto simile a una donna e madre   dei nostri tempi.

Il “Nerve Grouth Factor” della Montalcini

Per entrare nel vivo del nostro assunto è d’obbligo riportarci ai giorni nostri. Chi altri può venirci in aiuto se non Rita Levi Montalcini grazie ai suoi irripetibili studi sul cervello umano col suo  “Nerve Grouth Factor” (Fattore Nervoso di Crescita), piccola molecola proteica relativa allo sviluppo del sistema nervoso dei vertebrati. Avemmo occasione di parlare dell’argomento su questo stesso foglio già tempo addietro, ma riteniamo opportuno tornarvi su per cercare di capire in una nuova prospettiva come e quanto l’uomo si sia ad oggi  realmente evoluto.

Il mondo odierno appare infatti disegnato a chiazze, cioè con numerosi chiaroscuri a livello sociale e ideologico.  Attenendoci, come nostro costume, a termini per lo più semplicistici e didascalici al fine di rivolgerci, come dire, al colto e all’inclita, ecco come l’uomo, pur a distanza di milioni di anni, abbia ancora in sé irrisolte certe discrasie.

I due cervelli… metropolitani

In realtà, quei cervelli che ci ruminano dentro a nostra insaputa sapranno raccontarcela lunga. Parliamo del “cervello arcaico” e di quello “cognitivo“. Il primo è quello che più ci preoccupa, essendo di gran lunga il più forte e potente. Si tratta di  un affarino forse simile a un pisello che va scatenandosi in ogni parte del nostro corpo nei periodi più difficili della storia umana, come quello che stiamo vivendo. Il secondo risiede invece nella neo corteccia cerebrale, sede delle funzioni cognitive superiori, ovvero di quelle peculiarità rappresentate dallo sviluppo genetico avvenuto nel corso dell’evoluzione animale.

Già da alcuni anni scienziati tra i più accreditati  a livello internazionale stanno cercando di mettere un punto agli studi comparati di questi nostri gemelli cerebrali, veri … metropolitani della nostra esistenza,  guidando le nostre azioni al pari di quel “pizzardone” romano al centro di piazza Venezia. Ma per quanto si avvalorino certe tesi in merito, la scienza non può ancora offrirci un quadro definitivo a una situazione umana e sociale in continuo ” working in progress”.

Per tornare alla nostra piccola Lucy, i suoi resti vengono a tutt’oggi conservati nel Museo di Storia Naturale di Addis Abeba in una cassaforte a chiunque inaccessibile. Va però ricordato per inciso  che questi resti, consistenti in ossa del cranio, costola, bacino e femore, furono portati in un tour lungo tutti gli Stati  Uniti con grande interesse di pubblico.

Le donne di Kabul (Fonte: Getty Images)

Caccia alla donna!

Nostra cara Lucy, simbolo femminile tra l’umano e l’animale, hai saputo rinnovare in noi certi interrogativi sull’essere donna nel mondo odierno. Mentre tu scorrazzavi  da un albero all’altro portando in grembo i tuoi piccoli, inconsapevole di quel dono divino della tua libertà, la donna di oggi, pur avendo acquisito posizioni di comando in tanti settori sociali, si vede troppo spesso coinvolta, entro fasce sensibilmente preoccupanti, in atti criminosi di femminicidio.

Non solo. Quando, parecchi anni addietro, in certi territori ad est del globo la donna sembrava aver già conquistato la sua indipendenza indossando la minigonna, accade ora, a vent’anni dall’inizio del nostro secolo, che la stessa si ritrovi privata dei suoi sacrosanti diritti. Il prepotente rigurgito del fondamentalismo islamico col ritorno dei talebani di Kabul ci racconta infatti come e quanto ancora essa venga considerata al confronto del maschio meno che una semplice appendice da portare dietro al pari di  una borsa della spesa.  Se non barbaramente uccisa….

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