Site icon 2duerighe

Allarme dal mondo del Turismo: abbandonati a noi stessi

Fonte immagine: the startupper

Dicembre è stato un mese nero per le presenze turistiche in Italia che sono crollate del 90% (dati Federalberghi). Si tratta di un “panettone amaro” per Bernabò Bocca, presidente della federazione che denuncia come il settore sia stato trascurato dai decreti ristori, legge di bilancio e Recovery Plan.

Da un recente studio di Federalberghi emergono dati inequivocabili: è crisi nera 

Stando alla bozza circolata prima delle feste natalizie, su 196 miliardi di euro 3,1 andranno a Turismo e Cultura, cifra definita inadeguata da Bocca e dai suoi corrispettivi di Confindustria Alberghi e della Federazione italiana pubblici esercizi. Maria Carmela Colaiacovo di Confindustria chiede: «Ma l’Italia crede nel turismo? Eppure è un comparto che vale per oltre il 13% del Pil ora in ginocchio per la pandemia». A dimostrarlo sono i dati risultati da un monitoraggio del centro studi di Federalberghi L’impatto del Covid-19 sull’ospitalità italiana pubblicato a metà dicembre. Dopo una prima flessione di febbraio ad aprile e maggio – mette in luce la ricerca – il mercato si è completamente fermato con picchi del – 97,8%, situazione aggravata da un’assenza sostanziale dei turisti stranieri nonostante la riapertura estiva. In questo quadro allarmante con perdite solo nel mese di novembre del – 80,9%, la chiusura natalizia è l’ennesima batosta cui stanno agli operatori del turismo, non corrisponde un aiuto adeguato.

«Le misure di contenimento varate dal Consiglio dei ministri (Decreto Natale del 18 dicembre) costituiscono l’ennesima mazzata sulla testa delle imprese. In dieci dei quattordici giorni che vanno da Natale all’Epifania gli italiani dovranno restare in casa, mentre negli altri quattro sarà in ogni caso vietato uscire dal proprio comune. Una beffa clamorosa per quegli imprenditori che si erano fatti in quattro per mantenere gli alberghi aperti nonostante il divieto di spostarsi da una regione all’altra, gli impianti di risalita fermi, le terme chiuse, l’obbligo di cenone in camera e mille altre regole astruse. Lo schiaffo finale viene dal decreto che stanzia 650 milioni di euro per tutelare, com’è giusto, i bar e i ristoranti, ma dimentica completamente gli alberghi, che hanno subito danni ancora maggiori» afferma il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, introducendo gli esiti del monitoraggio che poi rincara la dose. «Il contraccolpo riguarderà l’intera economia e sarà forte rammentando che in un anno normale, tra Natale e l’Epifania si sarebbero messi in viaggio più di 18 milioni di italiani, attivando un giro d’affari di circa 13 miliardi di euro, che interessa tutte le componenti della vacanza: non solo alberghi ma anche trasporti, divertimenti e cibo».

Secondo il presidente degli albergatori «purtroppo, piove sul bagnato: dopo il lockdown totale in primavera e l’estate peggiore della storia, durante la quale ISTAT ha registrato un calo del fatturato dei servizi di alloggio del 39,1%, la situazione si è aggravata ulteriormente, di pari passo con l’irrigidirsi delle misure restrittive. Il preconsuntivo del mese di dicembre non lascia grande spazio alle speranze: saremo fortunati se ci sarà il 10% delle presenze del 2019. Il nostro panettone ha un sapore ancora più amaro – conclude Bocca – a causa della solitudine in cui ci troviamo ad operare. I decreti ristori, la legge di bilancio e il Recovery plan, tre strumenti di importanza strategica che hanno occupato l’agenda politica degli ultimi giorni, non dedicano al nostro settore l’attenzione che gli sarebbe dovuta in ragione del peso esercitato all’interno dell’economia nazionale e dei gravi danni subiti a causa della pandemia». 

Un barlume di speranza 

Il 27 dicembre avverranno le prime vaccinazioni in Italia, un primo bagliore di luce alla fine del tunnel infernale del Covid. La stagione primaverile potrebbe portare con sé i primi turisti e di conseguenza qualche segnale di ripartenza. Stando ad una ricerca della società americana di consulenza turistica Phocuswright, il mondo del travel si riprenderà a pieno regime non prima del 2025. Tuttavia, le stime riguardanti il nostro paese sono lungamente più ottimistiche con i primi segnali di ripresa attesi per il 2021. 

 

 

Exit mobile version