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La Prima Guerra Mondiale in un tappo: la curiosa storia di “Adamello”

Tappo Adamello, foto di Placido Barbieri

Un tappo di cent’anni, una coppia di appassionati che lo ritrovano e infine un’azienda specializzata che decide di riprodurre il singolare oggetto risalente alla prima Guerra Mondiale. È  questa la storia di Adamello, tutt’altro che un semplice tappo di bottiglia, al contrario, una testimonianza storica capitata nelle “mani giuste”. Il tappo infatti presto verrà riprodotto presso lo stabilimento di LaBrenta, azienda di Breganze (Vicenza) specializzata in soluzioni di chiusura. In questo caso alle tecniche industriali si aggiungeranno quelle manuali di un’equipe di artigiani sardi esperti nella lavorazione del sughero. 

La scoperta casuale

Ma facciamo un passo indietro, tutto parte da una scoperta fatta da Maria e Denni, due appassionati di storia che in cammino lungo il sentiero della Val Genova sono inciampati nel prezioso cimelio. Siamo precisamente ai piedi del Gruppo dell’Adamello, luogo che presta il nome al tappo. L’occhio esperto della coppia grazie all’annerimento del sughero e alla forma d’altri tempi – semiquadrata e non cilindrica – ha percepito subito che si trattava di reperto bellico. Da lì la decisione di affidarlo a LaBrenta, azienda già nota ai due grazie ad una precedente collaborazione, che fin da subito ha accettato la sfida impegnandosi a ricreare il tappo ribattezzato Adamello. Quest’ultimo sarà riprodotto in mille esemplari numerati grazie al lavoro di un’équipe di artigiani ancora in possesso delle tecniche con cui si lavorava il sughero ai primi del ‘900 che ne ricreerà lo stampo. Il tappo originale, invece, verrà conservato in una apposita teca nella sede di LaBrenta. 

Adamello verrà riprodotto nel corso del 2021 in edizione limitata con uno speciale cofanetto, che include anche la storia del ritrovamento raccontata dallo scrittore Stefano Ferrio. Labrenta, fondata nel 1971 a Breganze (Vicenza), produce chiusure per il settore alimentare.

Una testimonianza della Guerra Bianca

L’intera area dell’Adamello è un luogo di grande valore storico. Durante il primo conflitto mondiale la zona è stata teatro della cosiddetta Guerra Bianca, così chiamata perché le truppe italiane e austriache lì si contesero passi d’alta quota di importanza strategica. La Gebirgskrieg (in tedesco letteralmente “guerra di montagna”) è un’espressione usata per riferirsi al conflitto avvenuto nei settori alpini fra il 1915 e il 1918, in particolare sulle Dolomiti (ricordiamo i tunnel scavati fra i ghiacci della Marmolada) ma anche presso i gruppi dell’ Ortles-Cevedale e dell’Adamello. In questo scenario fatto di gelo e immani difficoltà logistiche, le truppe italiane affrontarono le milizie austro-ungariche tra sofferenze e fatiche disumane. La neve, il clima rigido e i problemi di approvvigionamento caratterizzarono il conflitto ad alta quota (fra i 2000 e 3905 metri di quota nel caso dell’Ortles) per non pensare al trasporto delle artiglierie sulle vette, alle improvvise tormente e alla scarsità di cibo. Piace pensare che il contenuto della bottiglia sigillata dal tappo Adamello, abbia portato un po’ di calore e conforto ai soldati stremati.

In merito al ritrovamento commenta Gianni Tagliapietra, CEO dell’azienda vicentina. «La storia non è fatta solo di grandi accadimenti ma anche di piccoli gesti e oggetti quotidiani, di cui oggi siamo i custodi. Non conosciamo le le circostanze in cui è stata aperta la bottiglia che questo tappo chiudeva, probabilmente però si tratta di un’occasione speciale, visto che in trincea il vino era spesso versato direttamente da damigiane e tinozze nel bicchiere metallico in dotazione di ogni soldato. Molto più rara era la comparsa di una bottiglia, usualmente destinata alla mensa ufficiali, ma magari stappata anche dalla truppa in trincea per eccezionali occasioni, come poteva essere una vigilia di Natale». 

 

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