Mark Knopfler all’Arena Flegrea di Napoli
Ci sono storie che meritano di essere raccontate, storie di grandi uomini e di grandi città, Mark Knopfler a Napoli è una di queste. In principio, teatro dello show del musicista scozzese e della sua band doveva essere Piazza del Plebiscito, ma poi le istituzioni hanno alzato la voce, scagliandosi contro simili eventi in una piazza, cosi ricca di storia, d’immagine, di tutto. Ad accogliere l’ex Dire Straits, cosi come qualche anno prima, è stata messa a disposizione l’Arena Flegrea, gioiello d’acustica a ridosso della Mostra d’Oltremare, alle porte del centro storico. E cosi, la scorsa domenica, l’introverso Mark e la sfacciata Napoli, si sono incontrati, per poche ore, davanti a migliaia di spettatori accorsi curiosi, in attesa del grande spettacolo, in attesa di una chitarra tanto folle quanto passionale, di un anima, fatta di dolci melodie e graffianti ritornelli. La scaletta, alterna brani dell’ex, storica band di Knopfler a pezzi composti in solitario, un mix incandescente di sonorità rock, ed ambientazioni folk, a sancire l’assoluto controllo dell’evento, l’artista, che dona al suo pubblico, se stesso, la sua arte, la sua memoria. Impaziente, poi ostaggio della musica, poi cacciatore del tempo che passa, il pubblico si è mostrato complice del menestrello Knopfler, lasciandosi trasportare, ora verso il mare, ora verso i monti dalle sue note. Due ore di pura passione per la musica, due ore in viaggio, tra passato e presente, quello che c’era e quello che ora è, due ore di simbiosi, tra un artista ed una città, compagni di viaggio per un giorno, esploratori d’anime, sorgenti d’emozioni.
Paolo Marsico
15 luglio 2013