Gela: pensionata si suicida dopo che l’Inps le aveva ridotto la pensione a 600 euro
Un’altra morte annunciata, un altro atto di disperazione di fronte alla vita che non va, ai tanti conti da pagare, alla crisi. Suo marito era morto poco più di un anno fa, lasciandola sola a badare a se stessa, ora l’Inps le aveva annunciato un ulteriore riduzione della sua già misera pensione di 800 euro “concedendole” una pensione di soli 600 euro al mese. E’ così che Nunzia C., 78 anni, disperata e afflitta dall’idea di non potercela fare ha deciso di togliersi la vita gettandosi dal terrazzo della sua abitazione a Gela, buttandosi dal quarto piano.
Il fatto sarebbe avvenuto martedì mattina verso le 10. La donna, che abitava con i figli in un palazzo in via Amilcare, nel quartiere del cimitero monumentale di Gela, ha eluso la sorveglianza dei figli, che da quando aveva dato i primi segni di depressione la tenevano d’occhio. Poi si è diretta nel terrazzo e senza dire nulla si è lanciata nel vuoto. Il tonfo della caduta ha richiamato l’attenzione dei vicini e dei familiari, che disperati sono accorsi in strada tentando di rianimarla, ma ormai era troppo tardi.
“Mia madre ha saputo ieri, da noi figli, che la sua pensione non era più di 800 euro ma di 600. E questa notizia l’ha letteralmente sconvolta. Non sapeva darsi pace perchè la riteneva un’ingiustizia” ha raccontato il figlio minore della donna, Bruno, 43 anni “Già dopo la morte di mio padre, invalido al 100% con diritto all’accompagnamento, l’Inps aveva sospeso la pensione per 6 mesi. Fu azzerata ogni indennità extra. Poi, effettuati i conteggi, venne assegnata a mia madre la pensione di reversibilità. Al minimo da lei riscosso, cioè ai suoi 350 euro di pensione sociale, si aggiungevano i 450 euro di quel che restava della pensione di papà. Ma tutto sommato le andava ancora bene” ha detto “Il taglio improvviso e immotivato di 200 euro ha fatto scattare qualcosa di sconvolgente nella sua mente. Temeva di morire in povertà, specie ora che mio padre non c’era più. Si sentiva sola pur abitando con due mie sorelle nella stessa palazzina”.
Le chiamano morti bianche, l’ultimo atto disperato di quelle persone che non sanno più cosa fare per vivere. Lasciate sole nell’incubo della crisi, dei conti da pagare e dei soldi che non bastano mai. Sono almeno 17 le persone che nei primi tre mesi del 2012 si sono tolte la vita, sole e sconfortate, hanno scelto la morte come ultima via d’uscita.
Valentina Vanzini
3 aprile 2012